Prima di conoscere la famiglia Ferro avevo acquistato la pasta La Molisana ogni tanto, incuriosita dai formati (sono quelli che hanno inventato lo spaghetto quadrato, per intenderci) e dal bell’aspetto che il pacchetto con la finestra sul davanti lascia intravedere dallo scaffale. Lo capisci subito che è una pasta trafilata al bronzo, e anche che arriva da una famiglia che mette la qualità in prima fila per davvero. La pasta l’ho cucinata in molti modi, mi è piaciuta subito perché resta al dente e ha la consistenza che piace a me, mi ha dato soddisfazione. Poiché quello che cucino a volte lo fotografo anche, mi piaceva anche l’idea che la sua estetica fosse particolarmente sofisticata. Come dire, è fatta con grano italiano al 100%, ma ha un’allure un po’ francese. Quindi, c’è stata sintonia sin dall’inizio.
Ma è stato pochi mesi fa che la famiglia Ferro mi ha contattato per propormi di lavorare insieme per presentare anche a voi – che mi leggete qui – la loro pasta. Come sapete, non accetto mai di lavorare per prodotti che non mangio / utilizzo davvero a casa, nel mio privato, con la mia famiglia. Non lo troverei serio. Quindi lavorare insieme a loro mi è sembrato innanzitutto naturale, perché avrei potuto aiutare l’azienda a spiegare il proprio prodotto, e voi a capire che …beh non tutte le paste sono uguali.
La Molisana è una pasta che dal 2018 è fatta solo con grano italiano proveniente prevalentemente dal Molise, dalla vicina Puglia, dalle Marche, dall’Abruzzo e dal Lazio. La lavorazione della farina (ho scoperto perché fa davvero la differenza, e ve lo racconterò più avanti) è fatta tutta a Campobasso, in uno stabilimento moderno, efficiente e molto pulito, dentro il quale ho avuto il piacere di poter trascorrere un’intera giornata, guidata da Massimo – il mugnaio – che mi ha introdotto ai segreti della lavorazione, spiegato la differenza tra le varie semole, illuminato sulle diverse tecniche di molitura e sulla semola integrale, ma soprattutto rivelato un grande segreto. “Se il mugnaio è felice, la farina viene meglio” – come non essere d’accordo? Comunque, dovrei chiamarla semola (lo so, ma era solo per semplificare la narrazione) perché è con la semola che si fa la pasta italiana.
100% italiana, trafilata al bronzo, buona e sana
L’obiettivo del mio racconto, che parte oggi e continuerà nel 2025, e sfatare il doppio mito che vuole la pasta come cibo che ci fa ingrassare e il glutine come sostanza che ci fa gonfiare. Non solo queste sono inesattezze popolari, ma meritano davvero di essere approfondite e lo faremo presto.
Ma andiamo in ordine. Per raccontarvi questa storia (che nasce da un momento di crisi, e quindi mi è piaciuta ancora di più) innanzitutto sono andata in Molise. Mi sono avventurata lì con Veronica e insieme abbiamo “assaggiato l’azienda” nel vero senso della parola. Abbiamo ascoltato tutti, iniziando dal racconto di Rossella Ferro, pronipote del fondatore delle semolerie Ferro che forniscono la semola 100% italiana con la quale viene trafilata al bronzo la pasta La Molisana. Insieme al fratello e ai cugini, Rossella manda avanti un’azienda che è un vero gioiello italiano. E ve lo dico perché ci sono stata (se volete vedermi bardata con camice e cuffia in giro per lo stabilimento, andate qui sul mio canale Instagram).
Questa è la storia di una famiglia italiana che lavora con tenacia e coraggio
Siamo a Frattamaggiore, in Campania. Sono i primi anni del 1900. Domenico Ferro ha 9 forni e lavora bene, ma non vuole più essere costretto a pagare il pizzo. Con una scelta coraggiosa e forse a tratti folle, per l’epoca, mette letteralmente tutto su un carretto e si spinge altrove, verso il Molise, una regione verde con campi di grano rigogliosi e acqua pura sotto un cielo pulito. Nel 1910 apre il primo molino e ricomincia a lavorare qui. È il 1943 quando gli succede il figlio Giuseppe, che amplia l’azienda, ma durante la Guerra tutto si ferma e il molino va distrutto. Con tenacia – una parola che è molto cara alla famiglia Ferro – finita la guerra Giuseppe riprende l’attività, acquista le macchine di un molino in disuso e rimette in moto la produzione. In poco tempo i fatturati crescono. Lavorando sodo, Giuseppe diversifica gli affari e porta l’azienda nel boom economico degli anni ‘70. Nel 1972 la terza generazione prende le redini dell’azienda, con i fratelli Domenico e Vincenzo. Nasce la “F.lli Ferro – Semolerie Molisane Snc”, pionieri di un moderno stabilimento ecologico dalla capacità produttiva giornaliera di 220 tonnellate. Alla morte di Domenico, nel 1989, subentrano i figli insieme a Vincenzo che assume la guida dell’azienda.
Nel 2011 la famiglia Ferro, che ormai è una famiglia di mugnai da 4 generazioni, rileva lo storico pastifico La Molisana (nato nel 1912) che si trovava in gravi difficoltà economiche, con l’obiettivo di rilanciare il marchio e continuare a dare lavoro alle famiglie di Campobasso che sono impegnate nella produzione della pasta. A prendere le redini dell’azienda sono i figli di Vincenzo, Giuseppe e Rossella, con i cugini Flavio e Francesco. Da lì in poi, la storia de La Molisana cambia rotta, restando fedele al prodotto regionale. L’innovazione si affianca alla tradizione. Nuovi formati, nuova comunicazione, nuova immagine e nuova confezione – stessa dedizione alla qualità italiana di un prodotto che esiste da sempre. Nel 2013 da un’idea di Giuseppe Ferro nasce il primo spaghetto quadrato, che trasforma il tradizionale spaghetto alla chitarra. È un prodotto di svolta che rilancia il marchio. Nel 2018 La Molisana sceglie di produrre per il mercato domestico, con solo grano italiano al 100%. Nel 2019 arriva un importante riconoscimento: il Premio Leonardo Eccellenza d’Impresa per la categoria crescita e sostenibilità conferito da Sergio Mattarella.
Nel 2024 arrivo io. Assaggio il rigacuore (un rigatone a forma di cuore che non pensavo davvero potesse esistere, invece sì) e partiamo da qui, da questa pagina, per sostenere la qualità di un prodotto che personalmente ho trovato eccellente. Non solo perché ha una filiera locale e offre garanzie di tracciabilità, ma anche perché è impegnata in modo familiare tutti i giorni per dare agli italiani (e a sempre più persone all’estero) la pasta italiana che tutti meriterebbero di mangiare. C’ è molta passione in quello che fanno. Molto coraggio e un’estrema tenacia. Per questo ho accettato con sincera gratitudine di essere stata scelta come loro ambasciatrice della pasta italiana nel mondo. Ho già iniziato a cucinare. La mia cucina sa di sugo, di verdure di stagione, di pasta che cuoce dentro una pentola di acqua bollente. Chi vuole cucinare con me? Le prime ricette arriveranno tra pochi giorni.
PS_ come ho scritto sopra, questa è una collaborazione. I vostri commenti sono i benvenuti. Grazie.