Non so voi, ma io avevo decisamente voglia di qualcosa di dolce da un paio di settimane. E non di una fetta di torta qualsiasi, ma di qualcosa che durasse nella mia testa con un sapore persistente. Qualcosa che fosse un po’ un peccato di gola, escludendo il cioccolato perché purtroppo ho fatto un fioretto e sino a che non succederà una certa cosa, non ne mangerò neanche un pezzetto (sì, questo mi pesa, ma i fioretti per essere veri devono richiedere sacrificio, giusto?).
Dunque, pensando alla torta del mese e a questo desiderio di zucchero puro sono andata alla libreria per consultare un libro che non aprivo da un po’ – “Slices”. Non ha un autore, è una raccolta di ricette. Fa parte della collezione “Indulgenze” che avevamo pubblicato diversi anni fa in Luxury Books. Sottotitolo dell’intera collezione: piccoli lussi per il palato. Gli altri volumi sono il mitico “Cupcakes” (esaurito) e poi “Delizie al Caffè” e “Biscotti”. Ecco, proprio quello che stavo cercando – perché a volte la nostra ricerca di dolce attraverso il palato è solo uno stato mentale: abbiamo bisogno di volerci bene e questo bisogno passa dal palato.
La prima pagina di Slices riporta questa scritta “Lasciati trasportare in un viaggio della memoria da queste ricette, che sono un classico di altri tempi…”. Avevo trovato quello di cui avevo bisogno. Così ieri pomeriggio mi sono messa all’opera. Ho scelto una teglia di Orange Curd & Meringue slice, ma poi ho optato per sostituire l’arancia con il limone, un po’ perché la stagione mi sembrava più adatta – un po’ per seguire il desiderio del mio palato. Il risultato è un dolce abbastanza facile da fare, ma non veloce. In realtà quello che porta via un po’ di tempo sono i tempi di raffreddamento tra una cottura e l’altra. Ma ieri non avevo altro desiderio che stare nella mia cucina, le imposte un po’ abbassate, la musica di sottofondo e il forno acceso. Attività perfetta dopo una settimana super intensa, per mandare in stampa il numero di giugno di Good Living (con questo numero compiamo 15 anni!).
Poi, mentre il lemon curd si solidificava, ne ho approfittato per fare due passi e scendere ai giardini con i miei figli, mia sorella e i miei nipoti (da quando abitiamo a 500 metri una dall’altra è davvero bellissimo, e anche se i giardinetti sotto casa mia a Milano sono tristi più di un cimitero, a volte, per le condizioni in cui versano, devo dire che ieri apparivano anche carini…).
Ecco, se volete preparare un dolce con queste aspettative, trovate qui la ricetta. L’ho chiamata “Lemon Bar Meringato”. Mi ricorda la mia prima ricetta dei lemon bars, inserita nel libro “la mia cucina in città” e poi fatta in tv nella mia primissima serie televisiva: In cucina con Csaba. L’abbiamo girata la sera tardi, ero a Vicenza, con Margo Schachter (sembra un secolo fa!) e girandomi per estrarre la teglia dal forno la feci cadere per terra! Che disastro, dovemmo ricominciare da capo. Ma quello che si salvò fu mangiato dagli operatori a cucchiaiate. Ora mi fa sorridere, ma all’epoca mi veniva da piangere.
Ecco, vi lascio questa idea di imperfezione, voglia di dolce e una ricetta per sistemare entrambe le cose. Mangiatene un quadrotto piccolo – è davvero dolcissima. E beveteci un thé verde senza zucchero. Terrà a bada la vostra produzione di insulina. Buona domenica!