Ho iniziato ad interessarmi all’alcalinità del cibo dopo aver passato circa un mese a sentirmi decisamente “fuori forma”. Vi capita mai? Quella sensazione di malessere generale che deriva dal sentirsi stanchi, comunque affaticati anche al risveglio, gonfi e non particolarmente brillanti a livello mentale. Niente di preoccupante, e niente che un dottore ti direbbe di dover curare, certo, ma comunque un punto di svantaggio per me, che sono abituata ad infondere energia positiva ad ognuna delle mie giornate. Studiando cucina mediterranea (e nutrizione, con un gruppo di meravigliosi professionisti inglesi) mi sono imbattuta nella tabella dell’alcalinità dei cibi – la base culturale sulla quale si costruisce la cucina bilanciata, ecco perché penso sia utile riportarla in questo blog.
Do per scontato che chiunque abbia buonsenso comprenda quanto sia importante che ogni giorno si mettano in tavola, nelle giuste proporzioni, i tre nutrienti fondamentali (Carboidrati, Proteine e Grassi) ma non posso dare altrettanto per scontato che sia chiaro per tutti che, anche all’interno dello stesso gruppo di alimenti, si debbano privilegiare in quantità e in frequenza gli alimenti alcalini rispetto a quelli acidi.
Ogni cibo ha un indice di alcalinità che indica il suo pH, si va da circa 3 a circa 9. Più il pH è alto (vicino a 9) più il cibo è alcalino. Più il pH è basso (vicino a 3) più è acido.
Se si cucinano piatti utilizzando prevalentemente (ma non esclusivamente) prodotti con un pH elevato, nella loro forma più fresca, quindi né conservata né processata dall’industria alimentare, si noterà anche solo in 48 ore un meraviglioso risveglio del corpo: la mente è più attenta, si dorme meglio, si digerisce meglio e ci si sente più attivi e vitali. Anche la pelle appare migliore: più idratata e meno segnata, più distesa sul viso. Posso dirvelo per esperienza perché l’ho provato su me stessa: dopo un giorno o un piccolo periodo di eccessi, dopo una vacanza durante la quale ci si lascia andare a cibi più ricchi e qualche bicchiere di vino in più, le ricette alcaline riescono in poco tempo a “pulire” l’organismo regalando una nuova vitalità. Se questo è applicabile (direi doverosamente) dopo un periodo di stress o di alimentazione errati, quanto bene può fare seguire questo metodo in cucina il più possibile se non ogni giorno?
Cucinare bilanciato significa mettere nel piatto ogni giorno, nelle giuste proporzioni, i tre nutrienti fondamentali: carboidrati, proteine, grassi. Prediligere i cibi alcalini a quelli acidi e le proteine vegetali a quelle animali.
L’alcalinità dei cibi non è la mia chiave di volta per una cucina bilanciata, ma è un fattore cruciale che ciascuno deve conoscere per potersi regolare in autonomia. Eredità, tipo di metabolismo, eventuali disfunzioni della tiroide, allergie e intolleranze sono tutte cose da considerare in modo individuale (e con l’aiuto di uno specialista). La mia cucina bilanciata mira a ristabilire un equilibrio di serenità tra lo stomaco e il cervello. Dare una sensazione di sazietà e benessere che porti a vivere meglio, e ad essere in forma.
Se i tuoi piatti contengono prevalentemente cibi acidi o acidificanti, ti sentirai gonfia, stanca, svuotata dall’energia mentale e pessimista. Inserendo in buona parte cibi alcalini, questi sintomi scompariranno velocemente.
Principali ingredienti molto acidi e acidificanti [mangiare saltuariamente]
Carboidrati
grani con molto amido, cereali da colazione pronti, farine senza glutine, pane, pasta, farina bianca, fagioli, ceci, pisellini secchi. Zucchero.
Grassi
latte di mucca e derivati, burro, formaggio, yogurt, panna, gelati
Proteine
carne rossa, di manzo, di agnello, maiale, coniglio, anatra, oca, tacchino, pesce e crostacei, semi quando cotti (ad esempio nel pane)
Condimenti e bevande
alcolici e vino, caffè, tutte le cole e i soft drinks, acqua tonica, zucchero, thé (tranne il verde e il bianco).
Principali ingredienti mediamente acidi e acidificanti [mangiare insieme ad alimenti alcanini]
Carboidrati
mais, lenticchie, quinoa, avena,riso (bianco o integrale) segale, patate
Grassi
olio di borragine, olio di semi di lino, noci brasiliane e noci macadamia, semi di cumino e di finocchio, semi di zucca, semi e olio di sesamo, semi e olio di girasole, noci, anacardi, noccioline
Principali ingredienti alcalini [mangiare sempre]
Carboidrati
orzo, miglio, fagioli di lima, fagioli di soya (edamame) lecitina di soya.
Frutta e verdura: cocco fresco, mele, albicocche, frutti di bosco, avocado, limone e lime, datteri, fichi, ciliegie, uva, mango, melone e anguria, ananas, arancia, pera, pesca, prugna, papaya, olive, rabarbaro, pomodori crudi, uvetta passa.
Tra la verdura senza amido: germogli alfalfa, gremogli vari, biete e barbabietola, carciofi, cavolo (tutti i tipi) carote, broccoli, cavolfiore, finocchi, cicoria, insalata verde, lattuga, porri e cipolla, pisellini (freschi), peperoni, spinaci, zucca.
Grassi
olio d’oliva, olio di cocco, olio di mandorle
Condimenti e bevande
acqua, latte di mandorla, latte di cocco (fresco) latte di capra (non processato) infusi di erbe (non di frutta) acqua con limone o lime (eccellente modo di rendere alcalina la colazione!) sciroppo di agave, aceto di mele, pepe di cayenna, peperoncino, cumino (macinato) zenzero, tutte le erbe fresche, sale marino, alga spirulina, semi si senape e senape, citronella, miele (vergine / integrale).
All’inizio seguire la regola del mettere nel piatto più cibi alcalini può sembrare complesso – stampate la tabella e appendetela in cucina (come ho fatto io). Vi accorgerete che non è poi così difficile. Questo elenco non è esaustivo, ma vi dà certamente un’idea precisa di cosa limitare nella settimana e cosa favorire. Il resto verrà nelle prossime lezioni…