Sono sempre stata una grande fan della panificazione casalinga, sin da quando ero ragazza. Ma è stato solo cinque anni fa, con la pubblicazione del mio libro Good Food, che ho iniziato a esortare i miei lettori a fare il pane in casa quotidianamente. L’idea era semplice: non dover più dipendere dalla panetteria, né da quei prodotti classificati come “pane” che vengono venduti nei supermercati e che, spesso, sono fatti con farine di bassa qualità e altri ingredienti che il pane vero dovrebbe non avere al suo interno. La mia non è una sommossa nei confronti dei panettieri – anzi! Ve lo può testimoniare Davide Longoni, che ha aperto a Milano una delle sue panetterie proprio sotto casa mia, e mi ha tra i suoi clienti molto spesso, anche se io preparo il mio pane in casa da sola da molti anni, a giorni alterni. La mia scelta aveva allora, e ha tutt’oggi, altre motivazioni.
Il primo motivo per fare il pane fatto in casa è il fatto è che se è vero che cucinare è terapeutico (ed è sicuramente vero) panificare eleva la terapia semplice a qualcosa di superiore, avvicinando il risultato alla felicità.
Il secondo motivo è la possibilità di scegliere la propria farina e gli altri ingredienti che volete mettere all’interno del vostro pane, avendo la certezza che sia “cibo vero” – non industriale.
Tralascio la soddisfazione immensa che ne trarrete, e il profumo di casa che inonderà la vostra abitazione, perché preferisco lasciarvi qualcosa da scoprire a mano a mano che deciderete di procedere.
Dunque: fare il pane ci fa stare meglio. Esatto. Non c’è nulla che impastare il pane non possa guarire: se avete discusso con vostro marito, se siete annoiati dalla quarantena o arrabbiati con qualcuno, se siete ansiosi per il periodo che stiamo vivendo, o semplicemente se avete voglia di mangiare una bella focaccia calda con qualcosa sopra stasera… la soluzione è a portata di mano. Letteralmente.
Chiunque può preparare il pane fatto in casa. Servono solo farina, acqua, lievito, un forno e un paio di braccia in grado di impastare. Avere la ricetta giusta aiuta, ma soprattutto serve avere delle istruzioni chiare e dettagliate, in modo che anche chi non ha esperienza, o chi non ha mai provato, possa ottenere un buon risultato sin dalla prima prova. È per questo che sul mio sito ho preparato per voi una selezione di ricette alla quale attingere per trovare quella che fa davvero per voi. Si parte dalla ricetta di base e poi si arriva a quella della focaccia semplice o con le erbe, e ai grissini. Quando ci prenderete gusto, potrete anche scegliere alcune varianti, impiegare farine diverse, semi, erbe fresche e spezie… Avere a portata di mano questi ingredienti, quando possibile, renderà tutto più creativo.
Dunque, se volete iniziare subito, scegliete la ricetta che fa per voi.
- Pane bianco, facile anche per chi non lo ha mai fatto
- Il mio pane di farro
- Dutch oven bread (pane cotto nella mia pentola in ghisa)
- Pane alla barbabietola
- Focaccia (indimenticabile) – l’unica ricetta che dovete avere
- Pane integrale con i semi di girasole
- Pane al riso in cassetta
- Pane semi integrale ai semi di lino e canapa
- Pane #glutenlight
Se invece volete leggere ancora un po’, vi lascio qui un estratto del capitolo 4 del mio libro Good Food, che si intitola “inforna il tuo pane quotidiano”.
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Le femministe non me ne vogliano – non c’è nulla di più bello per me del mettermi il grembiule, entrare in cucina e fare il pane. Lo trovo femminile e, se posso spingermi oltre, anche sexy. Impastare a mano è un gesto meraviglioso, toglie di dosso la fatica del giorno e ti riconnette poco a poco con i veri valori a cui dovremmo prestare maggiore attenzione. Mi piace impastare in silenzio, ascoltando i rumori della cucina che intanto freme intorno a me nel rituale di preparazione dei pasti; oppure la sera tardi, al buio, sapendo che al mattino troverò ad aspettarmi una tonda pagnotta fragrante. In dieci minuti, mentre le mani lavorano a contatto con la materia tiepida, la mente spazia e si pulisce da ogni pensiero accumulato durante il giorno.
Preparo il mio pane due o tre volte alla settimana, conservandolo in un sacchetto sopra la pila di taglieri che tengo sul piano da lavoro. Il profumo tiepido dell’impasto che lievita, e quello del pane appena sfornato, riempiono la mia casa di amore e sono felice di vedere i miei figli mangiare pane di segale con semi di lino a colazione, anziché una fetta di pan carré confezionato.
Per migliaia di anni le popolazioni antiche hanno coltivato i propri cereali su campi a rotazione che garantivano loro un buon apporto di nutrienti e hanno macinato i grani per ottenere farine diverse, con le quali hanno dato vita – intorno al globo – a centinaia di prodotti a base prevalentemente di acqua cereali macinati a pietra: i differenti pani, tutti fatti a mano e cotti in forni collettivi davanti ai quali in alcuni Paesi ancora oggi ci si mette in coda in attesa di poter procedere con la propria infornata.
Nonostante sia indubbiamente più comodo entrare in una bella panetteria e scegliere quello che più ci piace già pronto, i vantaggi del fare il pane da soli sono tantissimi, primo tra tutti il poter decidere in autonomia quali ingredienti utilizzare e in quale percentuale. Scegliendo farine diverse tra loro e prediligendo quelle integrali, possiamo garantire al nostro corpo un apporto di sostanze nutritive ben diverso da quello a cui siamo abituati pensando al pane industriale (soprattutto quello venduto nei supermercati in confezioni di plastica).
I cereali integrali contengono tutti i principali nutrienti: carboidrati complessi, proteine e grassi, ma anche vitamine e fibre, che aiutano il nostro organismo a stare bene.
Scegliendo di infornare da soli il nostro pane quotidiano trasformiamo il pane da semplice alimento visto come responsabile dei chili di troppo a prezioso alleato per il benessere del nostro corpo (ovviamente, nelle giuste dosi…). Noterete che il pane fatto in casa si conserva molto meglio e più a lungo rispetto a quello acquistato pronto, se lo conservate in un sacchetto per alimenti senza chiuderlo resta morbido per tre giorni.
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