Maggio e giugno sono letteralmente volati via. Lo so, sembra una frase fatta, ma quest’anno gli impegni di questi due mesi sono stati talmente intensi da togliermi dalle mie faccende in cucina e far quasi passare la stagione delle fragole prima che io potessi accorgermene. Mi è dispiaciuto un po’, ma sono felice del risultato professionale che hanno portato queste settimane intense. Maggio è trascorso interamente a Roma, sul set di Cuochi & Fiamme. Di ritorno ho fatto giusto in tempo a guardare la cucina prima di aprire il computer e mettermi a scrivere il nuovo libro, consegnato due giorni fa. Honestly Good ha 320 pagine, 100 nuove ricette e tutto (o quasi) quello che serve sapere per fare vostro “un nuovo modo di cucinare, mangiare e stare bene” (questo è il sottotitolo). Ma oggi è un giorno doppiamente speciale.
Mi sono svegliata stamattina e la data sul calendario segna il 5-7, ancora una volta. Un altro anno, l’ottavo per ora dal giorno in cui mio marito e io ci siamo sposati. Mi sono fatta un caffè dentro una delle mie tazze preferite (bisogna pur viziarsi un po’ nei giorni speciali) e ho incominciato a rileggere le mie nuove 320 pagine. Sento le vostre voci mentre leggo, so che non sono certo riuscita a chiarire ogni dubbio sul tema – ma questo è un bene, mi lascerò aperta la strada per un terzo good food magari tra un paio d’anni…
Otto anni fa eravamo in Franciacorta, in quel luogo del cuore dove io sento davvero che tutto ciò che non è bello resta proprio fuori: L’Albereta. La grande terrazza di legno scuro sulla quale abbiamo ballato dopo la cerimonia (è quella nella foto sopra) oggi non c’è più, al suo posto è nato un bellissimo spazio lounge. Mi mancherà, ma custodirò nel mio cuore le immagini di quel giorno ancora più gelosamente, ora che non avrò più la possibilità di camminarci sopra a piedi nudi, ogni tanto.
Oggi sono a casa e i programmi dicono che ci resterò. Ho bisogno di un po’ di tranquillità, di tornare alla mia routine. Non sono ancora pronta per il mare – solo ieri era Pasqua nella mia testa! Tutto è andato così veloce che adesso devo proprio abituarmi all’idea che il caldo che entra dalla finestra è quello del mese di luglio. Datemi qualche giorno.
Intanto vorrei condividere con voi una riflessione sul significato del matrimonio, e qualche foto dal mio album di nozze, che trovate nella gallery: gli ospiti tutti vestiti di bianco, il prato con il croquet, noi due sposini che scendiamo sul prato, l’allestimento e l’atmosfera, che non scorderò mai. Quando si dice: è stato proprio come l’avevo sempre immaginato…
Sono una grande sostenitrice del matrimonio come impegno reciproco e come condizione ideale nella quale dar vita a una famiglia con dei figli. Certo questo pensiero non è condivisibile da tutti – le leggi che cambiano, i nuovi costumi, il nuovo concetto di società e di famiglia allargata lo dimostrano. Faccio una premessa: non sono contraria a nulla di ciò che i tempi attuali hanno permesso di fare e sono felice per chi può oggi vivere più sereno grazie alle nuove leggi e a nuove condizioni morali e sociali – io stessa ho avuto due figli prima di sposarmi, solo cento anni fa non sarebbe stato preso così come una cosa normale…
Resto tuttavia dell’idea che il matrimonio inteso come impegno formale preso da un uomo e da una donna, per vivere insieme “in ricchezza e in povertà, in salute in malattia, sino a che morte non vi separi” sia qualcosa che non possa estinguersi. Le coppie non si sposano più, e questo mi dispiace. A mio avviso, è una perdita. Per tutti.
Essere sposata, per me, è un impegno con il quale mi confronto ogni giorno. Che include ovviamente molte sfaccettature, non certo semplicemente la fedeltà e l’amore. Implica molte gioie e molte rinunce. L’essere costantemente in equilibrio insieme a un’altra persona che è – fatalmente – molto diversa da me. Gli opposti si attraggono, si dice. A volte è vero.
Che cosa significa, per voi, il matrimonio?
Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate voi. Da chi è sposata da poco, da chi è sposata dal molti anni. Da chi ha avuto la fortuna di festeggiare già le nozze d’argento… Da chi invece ha la certezza che non si sposerà mai, per scelta. Da chi avrebbe voluto farlo, ma non ha ancora trovato la persona giusta. E da qualche marito, se fosse disposto a uscire allo scoperto su questa pagina.
Io penso al mio come al modo in cui ho deciso di vivere la mia vita: in condivisione con una sola persona, nei giorni belli in cui senti che tutto va bene e la cena è in tavola alla solita ora; ma anche quando le divergenze di opinione ci portano su fronti distinti. Quando l’amore ti compensa per qualcosa che magari la vita in quel momento ti nega, ma anche quando ti fa soffrire la lontananza. Essere sposata significa portare avanti un progetto che vuole arrivare in fondo, e che va protetto da ogni possibilità di interruzione o deviazione. Perché spesso nella condivisione – può essere la convivenza come il matrimonio – sembra più facile mollare e dire “non ci riesco”. Ma sarebbe anche un fallimento.
Mio nonno Sandro e mia nonna Irma sono stati sposati per 66 anni. Una vita intera, forse anche qualcosa di più, in cui molte giornate di sole sono state ovviamente solcate da grosse nuvole: quelle della Seconda Guerra Mondiale (si sposarono il 19 giugno del 1943) e quelle della grande povertà. Quelle della paura di non farcela. Ma poi, alla fine, loro ce l’hanno fatta. E si sono davvero amati sino in fondo. Ecco, quando vedo due persone anziane che si vogliono ancora bene dopo una intera vita, mi auguro di avere anche io quella bravura. Si dice che siano le donne a tenere insieme il matrimonio. Sarà vero che anche questa responsabilità pesa su di noi? Aspetto di sapere cosa ne pensate.
Auguro a tutte coloro che si sono sposate quest’anno di trovare nel matrimonio innanzitutto la vera essenza dell’io. Di non viverla all’ombra dell’altro, ma come due piante che, crescendo vicine, possano appoggiarsi una all’altra, magari intrecciando il fusto, sino a che diventerà un tronco forte, nodoso, ruvido e saggio. Come dovrebbe essere l’amore che va al di là della passione e dura tutta la vita.