23-05-2018. Un anno fa.
In principio, fu un pomeriggio. Di quelli che anche se è maggio, a Roma fa già caldo. Una casa in centro, un taxi che mi lascia all’entrata, una rampa di scale e il disordine tipico della produzione televisiva a cui sono ben abituata. Cavi, luci, valigie un po’ qui un po’ là. Gente che parla e non ti vede. Gente che ti saluta, ma non ti conosce. Qualche viso che hai già visto. Qualcuno con cui hai già lavorato, ma non ti ricordi esattamente quando e dove (vi capita mai?). Una scena che si ripeteva, in quel momento, praticamente uguale a se stessa, a due mesi circa di distanza. Due mesi che erano stati punteggiati da diverse telefonate alle quali la risposta era stata sempre la stessa: ti faremo sapere.
Il mio provino per Cortesie per gli Ospiti era iniziato così: una telefonata, un treno da Milano a Roma con il ritorno in giornata, una tavola apparecchiata e due ipotetici compagni di viaggio, di cui uno dei due – almeno con me – praticamente muto. Due mesi prima, appunto.
Poi il silenzio. Non gli sarò piaciuta, avevo pensato. Troppo seria. Non so, qualcosa non doveva essere andato per il verso giusto, perché altrimenti mi avrebbero chiamato. E invece no.
Sino a quel pomeriggio di maggio. Il 23 maggio 2018. Una data che – adesso – sembra lontanissima, considerate tutte le cose sono successe nel mezzo e tutto quello che abbiamo mangiato. Ma era solo 1 anno fa.
Alzo gli occhi e vi vedo.
La casa è bella, il trucco è stato allestito in un bagno piccolo, dove ad attendermi c’è Arianna. Sorriso aperto, occhi azzurri bellissimi e l’aria di chi è davvero contenta di rivederti. Ci conosciamo da qualche tempo, perché è stata la mia truccatrice a Cuochi e Fiamme, l’anno prima, per La7.
“Cosa ci fai qui?”
“Mi hanno chiamato.”
Già. E mentre le sue mani volteggiano tra phon e spugnette con il fondo tinta, in mezz’ora la mia faccia si trasforma e la zucca diventa carrozza. Pronti a girare. Mi metto il vestito (ne ho portato uno di seta bellissimo) e sono pronta. Vado di là. In corridoio incrocio una me alternativa: alta, bionda, tanta. “Ma che davvero?” penso. Perché sì, quando sto a Roma penso e parlo un po’ anche in romano, è così. Va beh. Cosa devo fare? Girare intorno a una tavola apparecchiata senza parlare e senza guardare in camera. Mi avete fatto venire da Milano? Ok. Vado.
Giro e sposto le forchette, per allinearle. Anche i bicchieri sono messi al contrario. L’operatore video mi guarda e dice “li hai spostati?”.
“Sì, erano messi al contrario”.
“Ah”.
“Perché, non dovevo?”.
“È la prima volta che mi capita”.
Ecco, appunto, sarebbe stata solo la prima. Ma quel pomeriggio, ancora non lo sapevo.
Qualche minuto dopo, vi vedo. Uno alto, con i baffi, simpatico già dagli occhi, e con un’aria un po’ svagata che non riesci a inquadrare bene. L’altro sicuramente molto giovane e molto bello. Con gli occhi sinceri, il sorriso aperto, e un’aria sicura di sé da leader della camerata. Non so cosa ci faccio qui, ma ci sediamo a tavola, con altre persone che non conosco. Uno racconta di come a capodanno, durante una festa in quella casa, si siano a un certo punto trovati tutti nudi a ballare. Voglio scappare. Cosa ci faccio io qui seduta davanti a questa conversazione? Un anno dopo lo so perfettamente. Qui ci si diverte, parecchio.
L’inizio di una folle avventura
Iniziare a girare, dopo quel pomeriggio, è stato un tutt’uno. Salutati Diego e Roberto, senza sapere se li avrei mai più visti fuori da quell’appartamento, prendere il treno e non pensarci più fu una cosa sola. E come in amore – perché questa è in tutto e per tutto una grandissima storia d’amore – vince chi fugge. E infatti quel provino diventò una conferma in pochi giorni. Il 9 luglio, in un pomeriggio afoso di quelli che ti appiccica i vestiti addosso, ero seduta sul treno regionale che da Roma mi portava a Pontecorvo. Destinazione: conoscere Giada Curti, la donna che avrebbe di lì a poco creato il mio nuovo look. Una camicetta di cotone bianco, con le maniche piegate su fino al gomito. E una gonna di seta colorata sotto, che cambia colore di puntata in puntata. Il dado, come si dice, era tratto. Ora non restava che mangiare.
Fa caldo, e siamo in tre su un divano
10 luglio 2018. Roma. Puntata 1 (si dice RX1, nel nostro mondo) della stagione 9.
Lo sapevate che Cortesie per gli Ospiti era stata una serie cult già anni fa? Alessandro Borghese aveva portato alla fama questa serie TV con 8 stagioni di successo. Poi era stata interrotta, come spesso accade in TV. A noi l’amabile compito di reinventare il nuovo trio di giudici. Entrare nelle case degli italiani – invitati da loro – e giudicare in un talent show a eliminazione, dove a ogni puntata due coppie si sfidano nell’arte del ricevere. Roberto Valbuzzi giudica la cucina (lui è uno chef e il suo ristorante è il Crotto Valtellina, che appartiene alla sua famiglia da quattro generazioni). Diego Thomas valuta la casa e l’architettura (è il nostro talentuoso architetto, odia i faretti in soggiorno e i copridivani a prescindere). E poi ci sono io – la signora delle Buone Maniere. Quella che insegna a brindare senza battere i calici. Quella che non fa la scarpetta. E che sta incantando soprattutto i bambini con armi semplici e un po’ passate di moda: tovaglioli messi a sinistra del piatto e cucchiaini da dolce. L’avreste mai detto? Io no.
Ma soprattutto non avrei mai detto che mi sarei innamorata dei miei compagni di viaggio al punto di sentirne la mancanza quando siamo fuori dal set. Ormai siamo una famiglia, che come tutte le famiglie ha inglobato anche i parenti. Mio marito e i miei figli, la moglie di Roberto, Paco – che è il cane di Diego.
Circa 640 portate dopo…
Il grande successo di Cortesie per gli Ospiti non ce lo aspettavamo. Ci avevano dato un obbiettivo, ma grazie a voi – il nostro pubblico – lo abbiamo raggiunto e doppiato. Stiamo per triplicarlo… e per questo non possiamo che dire GRAZIE. Tre volte grazie.
In 12 mesi sono successe moltissime cose. Abbiamo conosciuto 320 persone e altrettante storie personali. Siamo entrati in 160 case. Abbiamo mangiato 640 piatti diversi. Fatto poco più di 500 brindisi. Migliaia di chilometri, da Palermo a Como. Dormito poche ore, bevuto troppo, litigato mai, sclerato… ogni tanto. La stanchezza è stata tanta (troppa). A volte ingestibile. Ma la voglia di andare avanti è alta. E così, mentre stiamo per imbarcarci a breve nella registrazione dell’11 stagione di Cortesie (che partirà in autunno) voglio ringraziare personalmente, ma anche a nome di Roberto e Diego, gli EROI che rendono possibile tutto questo.
GRAZIE AI NOSTRI EROI
In ordine di apparizione, nella nostra vita, e non sul set, né in ordine di importanza.
Il lavoro più duro lo fa certamente all’inizio La Redazione – capitanata da Roberta. Non è semplice per noi ricordarci di loro perchè viviamo separati e senza contatto: noi sul set, loro in ufficio. La redazione però è il cuore del programma: riceve le vostre proposte quando vi candidate, le vaglia, contatta i concorrenti, si assicura che siano idonei al programma e poi inizia a formare “le coppie”. La redazione fa il lavoro nell’ombra. Noi stiamo invece allo scoperto – il che siginifica letteralmente allo scoperto. A volte sotto il sole, a volte nella nebbia.
C’è Alessandra, che è la nostra produttrice esecutiva, e che noi chiamiamo “mamma”. Ci sgrida – letteralmente – quando tentiamo di fare i capricci. Ma come ogni brava mamma, ci vuole bene e ci aiuta. Ci mette in riga. La vedi arrivare sul set, all’improvviso, e pensi “che ho fatto?”.
Quando lei non c’è, ma a volte ci sono tutti e due, c’è Simone. Io lo chiamo il bel Simone (perché è carino) e lui fa la parte dello zio. Quello che cerca di aggiustare le cose. Dall’ufficio, però, chi organizza tutto è l’efficientissima Sara. Prenota voli, sposta treni, organizza macchine, si arrabbia quando qualcosa non funziona e la fa funzionare. Sempre. È il suo lavoro, quindi fate attenzione a inimicarvela… è una tipa tosta. Francesco lo vedi su Twitter la sera, quando le puntate vanno in onda. E ogni tanto lo vediamo anche sul set, e ho sempre l’impressione che se arriva lui, c’è qualcosa da sistemare… o forse no? Su Twitter, e nei momenti importanti sul set, compare anche il nostro Produttore Esecutivo della rete: Anna. Lei ci ama, ci coccola e ci vizia (infatti la fanno venire solo 2 volte all’anno… ). Tutto il resto del Team Discovery lo vediamo nelle occasioni formali, in ufficio. A incominciare da Laura e Gesualdo, che ci seguono a distanza e ci chiedono sempre se siamo felici (sì! Lo siamo. Davvero tanto). Grazie.
Ma veniamo alle registrazioni: quelle giornate infinite che si susseguono, da un anno circa, come una ruota che gira su se stessa. La prima persona che vedo arrivare la mattina, più o meno tra le 7:00 e le 7:45, è Arianna, la mia (la nostra) truccatrice. Bravissima. Lei trasforma la mia faccia sfatta in quella che vedete in TV. Per non parlare dei capelli, che avvolge in ciocche pazientemente per creare quello che noi chiamiamo, scherzando “il bigodino del giorno”. Lei è quella che lavora, in silenzio, più di tutti noi. E non l’ho mai vista senza trucco, perché arriva sempre impeccabile (quando io ho l’aria di un letto sfatto).
Marcelo è the man in black, l’uomo che ci aspetta dietro gli occhiali scuri al mattino, sul primo set. Daniele, con il suo animo intellettuale, è la sua controparte pomeridiana. Sì, perché le nostre troupe sono due: loro fanno un turno e noi lo facciamo doppio. Mattina (prima cena) e pomeriggio (seconda cena). Quindi quando ci spostiamo dalla prima casa alla seconda, lasciamo la troupe 1 e andiamo incontro alla 2.
A parte Arianna, Fabiano (il nostro data-manager) e Valerio (l’operatore video che fa i dettagli). Loro viaggiano con noi. A portarci sono i ragazzi che chiamano “runner”, perché corrono da una parte all’altra a recuperare noi e tutto quello che serve. Il più mitico è stato Fabione. Arturo e Jumar sono in carica al momento. Vincenzo è stato con noi per molte puntate, Emilio ci ha accompagnato in questa avventura poer un tratto… Bruno li tiene insieme tutti, cercando di fare un po’ di strategia della logistica (grazie!) e sicuramente sto dimenticando qualcuno.
Sul set ci aspettano, microfoni alla mano, i fonici. Emanuela, il Giambi, Anto’ (Antonio) per citare gli storici. Ognuno ha il suo metodo. Noi li odiamo allo stesso modo, perché sono quelli che ci interrompono ad ogni fruscio. È il loro lavoro (e se voi da casa sentite bene, è solo merito loro!).
Gli autori sono un altro team misto. Abbiamo i nostri alti e bassi con loro, perché guidano i nostri cervelli stanchi con la memoria delle “schede”. Dove siamo? Da chi andiamo? Sono gli autori a dircelo, perché noi non sappiamo nulla. Dei concorrenti, noi conosciamo i nomi un attimo prima di accedere al loro pianerottolo. Tutto il resto è… Real Time: si fa al momento.
Francesca (1) e Francesca (2). Autoritaria la prima, divertita la seconda. Amiamo la prima perché per lei l’arrivo dei giudici non prevede battute (si fa più veloce) e la seconda perché ci sprona a parlare di cose divertenti che non c’entrano nulla con il contesto, e ci fa ridere. Diverse in tutto. Laura, che è la più dolce e la più buona con i concorrenti. Flaminia, che ci dà un là frizzante e spiritoso. Maggie, che è stata con noi all’inizio e ora chissà se tornerà in questo circo matto che è il nostro programma. Giovanni, che segue le spese dei concorrenti, e che è stato con noi in Puglia.
Gli operatori video sono gli eroi sul campo: macchina da presa in spalla (ci avete pensato a quanto pesa, per tutte quelle ore?) e occhi vigili sui dettagli. La coppia del programma è fatta da iCarli. Carlo (1) alto e riccio ed è il nostro regista della sera di solito, Carlo (2)… beh meno alto e meno riccio, sa tutto di come si apparecchia una tavola e a volte parliamo di servizi d’argento delle nonne. Sono bravissimi. Litigano come Cip & Ciop. Se non ci fossero loro il programma non sarebbe lo stesso. C’era anche Giampaolo, ma ora è altrove. Roberto invece è restato con noi e tra una ripresa e l’altra, se si ricorda, ci fa anche delle bellissime fotografie. Marco è il regista della mattina. Parla poco, lavora tanto.
E poi, i ragazzi che compiono la magia: la troupe del montaggio. Sono loro a cucire insieme i pezzi di ogni puntata, a scegliere le musiche, a fare in modo che tutto quello che facciamo e diciamo abbia poi un senso televisivo… capitanati da Solange, lavorano davvero senza sosta per darvi il meglio. GRAZIE.
Da parte mia un grazie speciale va anche a chi si occupa dei miei abiti. Giada Curti (per le gonne) che vengono selezionate e spedite dalla meravigliosa Signora Mariantonietta. Magnolia Laurenzi dell’ufficio stampa del Gruppo Max Mara, per le mitiche borse pasticcino e per gli abiti. Marta mi fa preparare le scarpe bellissime di Antonio Barbato Maestri Veneziani, su misura e nel colore giusto. Maria Cristina e Lucia mi mandano le scarpe di Tod’s. Senza di voi, i miei look non sarebbero gli stessi…
Pronti? Motore, azione!
Stiamo per cominciare. Diego si sistema la giacca, Roberto mette in tasca il cellulare, io sistemo il microfono intorno alle anche. Siamo sul pianerottolo.
“Dài che facciamo una storia.”
“Ancora con ‘sti cellulari accesi??” una voce da dietro la porta. “Contate sino a dieci… poi suonate e entrate. Ok? “
Si ricomincia. Cosa ci aspetta al di là di quella porta?
“Speriamo bbene” (questo è Diego)
Questa è un’altra storia, un’altra puntata, un’altra avventura.
Vorreste saperne di più? Cosa vorreste leggere, nel libro che svela il dietro le quinte di Cortesie? Noi ci stiamo pensando. Sicuramente, sarà un libro scritto su un pianerottolo. Parola nostra.
Ah, quasi dimenticavo! Volete invitarci a cena? Scrivete alla REDAZIONE cliccando qui.https://www.magnoliatv.it/cas/cortesie/
E mi raccomando… il tovagliolo, mettetelo bene. A sinistra 🙂