Il 15 agosto è una data che fa da spartiacque. Segna la metà dell’ultimo mese estivo, e rovescia dunque la clessidra del tempo che ci separa dalla ripresa: settembre. Ha un suono così bello questo mese, che sa di inizio autunno e nuovi progetti.
Quando ero ragazza, il 16 di agosto usciva ELLE di settembre. Andavo a comperarlo all’edicola del mare e iniziavo a sognare il rientro in città per poter indossare qualcosa che assomigliasse agli abiti di quelle pagine. Di lì a pochi giorni avrebbe iniziato a piovere e il cielo si sarebbe fatto, gradualmente, meno azzurro e più denso di nuvole portate dal vento. La temperatura iniziava ad abbassarsi e l’autunno si annunciava da solo dal banco del mercato, alla comparsa dei fichi. In spiaggia al mattino si andava con una felpa e l’odore del mare bagnato dall’acqua piovuta dal cielo ti faceva capire che la stagione iniziava a mutare. C’erano alcuni segnali fissi, inequivocabili e sempre uguali a loro stessi. Gli ombrelloni aperti iniziavano a diventare meno numerosi e la calura estiva scemava, poco a poco, giorno dopo giorno.
Ho bei ricordi di quei momenti, ma oggi la mia vita è molto diversa. Allora (ero ancora al liceo) le vacanze duravano tre mesi. Adesso durano due settimane al massimo, ma va molto bene così. È l’estate a durare ancora un intero trimestre, e sono felice di aver imparato, negli anni, ad apprezzarla anche quando sono a Milano, con il caldo appiccicoso, i locali chiusi e i negozi ridotti al minimo indispensabile. Anche quando lavoro (come ho fatto per l’intero mese di luglio, sul set di Cortesie per gli Ospiti) e anche quando vorrei essere altrove, ma non posso.
In questo momento mi trovo in Francia, in Médoc – ci resterò ancora qualche giorno, prima di rientrare a Milano per ripendere a lavorare, la prossima settimana. In questi giorni di vacanza ho rallentato il respiro e lo stile di vita. Sono dieci giorni che non metto una scarpa con il tacco alto (un record, per me…) e la mattina anche se mi alzo molto presto ha un ritmo meravigliosamente SLOW.
In questi giorni, sto finendo di scrivere il libro che uscirà prima di Natale, ma a un passo lento. Come piace a me. Mi alzo alle 06:35 mentre tutta la casa dorme. Mi faccio un caffè e scrivo sino alle 9:30. Poi inizia la mia giornata insieme alla famiglia. Colazione all’aperto, poi spiaggia, fronte oceano. Edoardo prende lezioni di surf insieme al papà, io e Ludovica nuotiamo tra le onde lunghe, che sono meno fredde di quanto ci si possa aspettare. Poi ci riuniamo tutti per un paio d’ore, tra bagni, bodyboard, lettura sulla sabbia. Il sole scalda la pelle senza bruciarla (la temperatura oscilla tra i 23°C e il 28°C) e il vento rende tutto più piacevole. A pranzo abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: fermarsi in uno dei tantissimi locali sul viale che porta all’oceano, oppure rientrare a casa e optare per un pranzo in giardino.
Mi piace la vita qui. E’ come se il tempo si fosse fermato a qualche decennio fa. Non ci sono svaghi moderni, per così dire. E fa davvero bene. Il pomeriggio lo dedichiamo spesso all’esplorazione dei dintorni. Le cantine vinicole, i mercatini di antiquariato, le fiere di paese. A volte la mattina andiamo al mercato, il pomeriggio proviamo spiagge diverse, come quella vintage di Soulac.
La vacanza, per noi, è stare tutti insieme. Siamo molto fortunati, perché possiamo spostarci da casa e vedere posti nuovi, come questo angolo di Francia affacciato sull’Atlantico, nel quale siamo venuti già l’anno scorso. Fare un viaggio è molto bello e lo apprezzo ancora di più adesso, insieme ai miei figli, rispetto a quando partivo da sola. Ci sono stati anni, all’inizio, in cui non si partiva affatto – perché il lavoro era appena cominciato e il denaro per le vacanze non c’era. Come capita a moltissime persone. Ripensare a quelle estati passate a casa mi fa stare bene, perché mi fa apprezzare di più la possibilità che ho adesso.
A chi non è potuto partire vorrei mandare un pensiero speciale per questo mese e per la giornata di ferragosto: che possa essere un momento di relax, divertimento, distensione o semplicemente riposo, anche a casa. Che è poi un luogo dove spesso troviamo cose da fare che durante l’anno non riusciamo a fare.
Vi auguro un felice ferragosto. E spero che il vostro passo sia più lento, come lo è il mio. Perché è solo fermandoci ogni tanto che possiamo prendere lo slancio per ripartire al meglio. Chi è fermo ora approfitti di questo pensiero. Settembre farà presto capolino sul calendario. E una lista di buoni propositi potrebbe essere giusto quello che ci vuole…
Un abbraccio grande dal Médoc. A presto…