“Sono arrivata a Parigi il 23 di luglio del 2003. Pioveva forte, ma era tutt’altro che freddo. Il taxi mi lasciò a due metri dal portone del delizioso appartamento che avevo affittato per il periodo della scuola, così il mio primo incontro con quella che sarebbe diventata la mia nuova vita fu lì, davanti al civico 176 di Rue de Grenelle, gli occhi bagnati di gioia verso l’alto e i piedi zuppi accanto a tre immense valigie, nelle quali avevo messo tutti gli affetti che in quel momento erano il centro della mia vita. Dietro di me sentivo il peso di uno dei periodi più brutti e angoscianti della mia esistenza, sospeso in un senso di vuoto lasciato da una separazione troppo dolorosa. Davanti a me c’erano la speranza e il desiderio di una vita nuova, che avrei dovuto costruire con fatica, lungo una strada sconosciuta e affascinante. Avrei frequentato la prestigiosissima scuola Le Cordon Bleu e passato il diploma finale. Avrei unito le mie due più grandi passioni, scrivere e cucinare e cambiato lavoro. Avrei portato in Italia i libri meravigliosi che sino a quel giorno si potevano leggere solo in inglese. Iniziato a lavorare con persone piene di talento, la cui energia e la cui bravura avrebbero trascinato e nutrito la mia visione. Desideravo di poter incontrare l’uomo giusto e metter su famiglia, perché senza un marito e dei figli sui quali riversare tutto l’amore che sentivo di avere dentro il mio progetto di vita sarebbe rimasto monco della sua parte più importante. Non avevo idea di come avrei potuto far avverare questi sogni, ma quando…..”