Sono a casa e sto leggendo un libro che avrei dovuto leggere 10 anni fa – ma si sa che la vita non sempre scorre in modo logico, ed è bene adattarsi senza farci troppo caso. La mia vita, spesso, mi ha portato ad iniziare belle avventure in modo un po’ poco convenzionale e gliene sono comunque grata, perché pur non procedendo in ordine, mi ha saputo portare laddove speravo di arrivare.
Dieci anni fa, comunque, avrei dovuto leggere “will write for food” di Dianne Jacob, ma non avrei potuto, perché l’ha scritto nel 2005. Ad ogni modo, dieci anni fa iniziava, in questi giorni, la mia avventura di aspirante food writer e avere a portata di mano questo libro mi avrebbe fatto comodo.
Ma andiamo in ordine. Era il 25 aprile del 2003, la prima volta che entrai in una casa editrice inglese con l’idea di iniziare questo mestiere. Avevo approfittato di questa nostra giornata di festa nazionale per fare il primo colloquio e per prendermi anche una pausa di riflessione (seppur breve) sull’idea assolutamente non condivisa dai più di poter intraprendere il mestiere di food writer.
Mi ricordo benissimo quell’ufficio – un classico ufficio inglese dove mi offrirono una tazza di thé fumante e piuttosto grande, con latte e zucchero. Mi ricordo di aver osservato le stanze e i corridoi e di aver visto carta ovunque: libri, fogli, giornali. Mi ricordo bene la persona che mi accolse e con la quale parlai all’incirca due ore: Joanna Everard – la prima persona alla quale devo dire “grazie” per non aver tentato di dissuadermi da quell’idea che mi era venuta. Uscii da quell’ufficio con due cose stampate in testa. La prima: il mio non era un sogno ma un progetto percorribile. La seconda: avrei dovuto iniziare a lavorare subito e non fermarmi mai. Così è stato.
Non avevo idea di quanto avrei impiegato a raggiungere il mio obiettivo, ma sapevo che ce l’avrei fatta. Perché lo volevo. A chi oggi mi chiede se vale la pena tentare di intraprendere questa carriera rispondo sempre la stessa cosa: dipende da quanto sei disposta a crederci tu stessa… E aggiungo di solito un consiglio pratico: inizia a scrivere ricette – non è così facile come sembra.
La settimana che seguì quell’incontro fu determinante, perché presi la decisione di crederci e iniziai a lavorare al progetto del mio primo libro, quello che sarebbe poi diventato “la mia cucina in città” – pubblicato nel 2004 e ancora oggi in buona posizione nella classifica di vendita dei miei libri.
La notte del 30 aprile del 2003 dormii poco, passando buona parte delle ore a scrivere appunti che ho conservato e che rileggo ogni tanto. Quella fu la mia prima dream board (ve la ricordate, vero?). Ce ne sarebbero state altre. Avevo dato il calcio di inizio, la partita stava per incominciare. Il gioco (tra parentesi) sarebbe stato completamente diverso da come lo avevo immaginato…
Leggendo Dianne Jacob adesso, con il suo bellissimo “will write for food” mi rendo conto di aver percorso una strada senza accorgermi che è la stessa che abbiamo percorso in tanti, pur non arrivando tutti allo stesso tempo o allo stesso punto. Se vi piace scrivere di cucina, se siete blogger o aspiranti food writer, è un libro che vi consiglio di tenere sul comodino per un po’, leggendolo a mano a mano che ne sentite l’esigenza.
Mi capita spesso, soprattutto durante gli contri con il pubblico, di sentirmi chiedere qualche consiglio per intraprendere questa carriera. Eccoli qui, immediati e semplici, da mettere in pratica se volete iniziare.
- Leggete libri di cucina e siatene ingordi – dal lavoro degli altri, si impara.
- Leggete magazines, blog, e anche i ricettari gratuiti che trovate nei supermercati – dovete imparare a riconoscere un testo scritto bene da una ricetta e basta.
- Date alla vostra pietanza quel tocco artistico, semplice ma elegante, che farà bella la foto, perché viviamo in un’era mediaticamente esposta alle immagini e una ricetta senza foto è una ricetta a metà.
- Cucinate e mangiate. Tutti i giorni. Ogni giorno è buono per sperimentare.
- Siate capaci di criticare il cibo in modo aperto e non inficiato da pregiudizi. Allenate il palato a comprendere. E sviluppate il gusto: il vostro gusto personale e il vostro stile.
- Siate consapevoli che c’è una grande differenza tra un giornalista che scrive di gastronomia, un conduttore televisivo, un cuoco e un food writer. Prima di lanciarvi, prendete la mira – servirà ad avere più possibilità di cadere in piedi.
- Siate curiose, o curiosi, del cibo in ogni sua forma, e della vita in generale. Scrivere di cibo significa innanzitutto scrivere e un giornalista non curioso non è un giornalista. Per non parlare di uno scrittore.
- Infine, datevi tempo e non scoraggiatevi al primo “no”. Ne riceverete altri. Ma poi la strada si aprirà. Ne riparleremo tra dieci anni…
WILL WRITE FOR FOOD
the complete guide to writing cookbooks, blogs, review, memoir and more
Dianne Jacob
Lifelong Books – Da Capo Press
342 pagine, $15,95