L’idea ce l’avevo in testa da un po’, ma è stata la collaborazione fissa con Radio Monte Carlo a far decollare il progetto di scrivere un libro sulle buone maniere. Ora che siamo quasi alla fine, rileggendolo, mi sono chiesta cosa ne avreste pensato voi. E dopo averci girato intorno un paio d’ore, ho deciso di chiedervelo direttamente – esponendo il mio dubbio. Qual è la domanda alla quale una mia lettrice vorrebbe trovare la risposta in un libro che parla di educazione e buone maniere? Sareste così gentili da scrivermi? Non potrò rispondere qui a tutti (non adesso, almeno, che sono in chiusura con il volume) ma prometto che includerò la risposta nel testo. E, se me ne darete il permesso, includerò il vostro nome nei miei ringraziamenti finali.
Intanto, in anteprima, vi lascio qui sotto il primo pezzo del capitolo 1.
Fatemi sapere cosa ne pensate! Ah, dimenticavo: il titolo. “Buone Maniere, la guida allo stile contemporaneo, per chi vuole distinguersi in ogni occasione”.
PS_ l’uscita è prevista la prima settimana di giugno, vi daremo in radio tutti i dettagli. Potete ascoltarmi ogni venerdì dalle 11.05 alle 11.35 con Rosaria Renna e Max Venegoni.
PS2_la foto di me in questo post è di qualche anno fa (la copertina del mio libro Fashion Food) ed è opera di Bart Van Leuven.
Ogni commento sarà il benvenuto. Grazie di cuore.
Buona lettura.
EDUCAZIONE, ELEGANZA O STILE?
Educati ed eleganti: si nasce o si diventa? Probabilmente sia l’uno che l’altro, perché nascere in una famiglia che dà importanza a questi due aspetti, come fondamentali per l’essere umano che vuole vivere in società, aiuta. Ma posso dire – per esperienza – che eleganti ed educati si diventa. Nessuno nasce educato, nel senso finito della parola, ma tutti possiamo conquistare un certo savoir vivre con il tempo, insieme a una certa dose di senso dell’umorismo, che consente di non trasformare la buona educazione in una rigida etichetta da affibbiarsi senza avere mai vie di uscita. Essere educati significa conoscere le regole del comportamento in società e rispettarle. Non come un manuale da seguire alla lettera, ma come un linguaggio del corpo e dei gesti, degli sguardi e delle parole, delle reazioni al comportamento degli altri (la cosa più difficile, secondo me, oggi). È spesso un lavoro lungo, affidato in principio ai genitori e alla famiglia, poi alle scelte singole. Aiutato indubbio dalle frequentazioni, dai viaggi, dalla lettura e – soprattutto – dal desiderio di arrivare in fondo e dalla pratica costante delle buone maniere.
Durante il periodo in cui ho vissuto a Parigi, mentre studiavo a Le Cordon Bleu, ho avuto modo di familiarizzare con quella che Yves Saint Laurent ha definito la base della vera eleganza, femminile o maschile. “Sans élégance de coeur, il n’y a pas d’élégance” (senza eleganza del cuore, non c’è alcuna eleganza).
Honoré de Balzac diceva invece che “ricchi si diventa, eleganti si nasce”. Non sono, personalmente, d’accordo. Eleganti si diventa se lo si vuole, seguendo la strada della gentilezza, della semplicità, della ricerca del bello nelle piccole cose e nei dettagli. Questo vale per la scelta di un abito quanto per le parole che usiamo frequentemente, per la macchina che guidiamo, per i nostri gesti. Eleganti si diventa, a prescindere dall’abito che indossiamo.
Adoro la moda, ma proprio per questo so perfettamente che la vera eleganza è quanto di più distante ci possa essere dal concetto stesso di moda. L’eleganza non passa, come affermava Coco Chanel. Mentre la moda, per sua vocazione, cambia continuamente. L’eleganza è innata, a volte, ma può essere coltivata quanto il desiderio di essere ben educati.
Avere classe, invece, è qualcosa di differente. La classe è davvero innata: indefinibile, non ha a che vedere con la ricchezza né con i titoli di studio, o nobiliari. Non è educazione, cultura, né intelligenza o bellezza. È un’aura ineffabile che alcune donne, e alcuni uomini, hanno attorno a sé. Impalpabile ma percepibile. È il modo in cui camminate, porgete la mano, voltate il collo o portate la forchetta alla bocca. È un singolo gesto che fa la differenza. Chi ha classe non ha bisogno di seguire la moda, perché sarà spesso elegante anche con addosso una maglietta e un paio di pantaloni semplici. Spesso avere classe significa sentirsi a proprio agio in qualunque situazione, ma anche saper uscire con destrezza da conversazioni inopportune. Mettere a tacere con uno sguardo. Incutere timore, nel senso benevolo della parola, ed essere visti come creature diverse. Avere classe non è qualcosa che si impara facilmente. Ma ci si può arrivare.
Con educazione, eleganza e classe al proprio fianco chiunque è in grado di emanare quel magnetico carisma che trasforma una persona in un incontro difficilmente dimenticabile.