Gennaio è il mese che rende vergine ogni anno nuovo: pronto a essere aperto, rivelato, incominciato – ciascuno ha il suo modo, ma tutti amiamo nel profondo del cuore l’idea di voltare simbolicamente pagina e avere davanti a noi un foglio bianco, pulito, sul quale iniziare a tracciare i segni di altri 12 mesi di vita. Suona familiare? Il punto è come lo facciamo. Come iniziare.
Alcuni di noi affollano il foglio con mille idee – ben sapendo che solo una piccola parte di questi propositi vedrà davvero la luce. Altri invece hanno timore di scrivere anche una sola riga – perché la delusione di veder non avverato l’impegno sarebbe forse troppo forte, o semplicemente perché non vogliono impegnarsi affatto.
Una parte di noi invece “fa la lista” e – sebbene io abbia fatto parte anche delle precedenti categorie per qualche tempo nei 47 anni che ho alle spalle, devo dire che mi riconosco maggiormente nella donna che sono adesso, quindi la mia lista dei buoni propositi è già pronta. Concreta. Breve. Impegnativa, ma… credo fattibile.
BUONI PROPOSITI
CHE DIVENTANO BUONE ABITUDINI
Che differenza c’è? I primi restano sulla lista, le seconde iniziano a far parte di noi e – dopo un po’ – costituiscono parte del nostro quotidiano positivo. Affinché i buoni propositi non restino tali, ma diventino parte del mio stile di vita, ho imparato negli anni come farli funzionare davvero.
“Un obiettivo è un sogno con una data di scadenza” [Napoleon Hill]
1) Compila una lista breve. È già abbastanza impegnativo provarci. 3 buoni propositi sono già molti e arrivare a 5 potrebbe essere pericoloso.
2) Scegli quello che è davvero importante a media e lunga distanza. Io scelgo solo ciò che mi sta davvero a cuore, che ritengo mi migliorerebbe come persona e che desidero portare avanti negli anni – magari non per sempre – ma almeno per un periodo concreto, esteso abbastanza da farmene raccogliere i benefici.
3) Non avere fretta, ma soprattutto: non mollare. Non si cambia dall’oggi al domani e no, non perderai quei tre chili di troppo e leggerai quel bestseller da 400 pagine tutto prima che gennaio finisca. Ci vogliono tempo, pazienza, costanza e forza di volontà. Ho imparato a concedermi il giusto tempo per la semina.
I MIEI BUONI PROPOSITI PER IL 2018
Dunque, ecco i miei tre buoni propositi per il 2018. Sarà un anno impegnativo, ma vorrei che fosse, per certi versi, un viaggio con un bagaglio più leggero e – come sempre – un foglio, una matita e una gomma per “la lista” del caso J.
Al numero #1 – Restare reducetariana
Il 2017 è stato il primo anno in cui i dati statistici hanno evidenziato una perdita percentuale nel numero di persone che si dichiarano vegetariane. Sono diminuite dello 0,5%.
L’ho scritto nell’introduzione di “Honestly Good” – non ritengo che potrei essere vegetariana, tuttavia, credo nella necessità di ridurre in modo concreto la quantità ingerita di carne, pesce e prodotti che arrivano dagli animali. Personalmente, ho iniziato a ridurre consapevolmente i consumi miei e della mia famiglia diversi anni fa, adesso vorrei che la “Reducetarian Solution” alla quale mi sono ispirata diventasse un’abitudine consolidata. Rinunciare fa bene al morale (almeno, al mio) e ci insegna a rispettare chi ha di meno, insegnandoci a evitare il più possibile ogni tipo di spreco.
Al numero #2 – Scrivere di più (sarà possibile?)
Sto già lavorando a due nuovi libri (e a un rinnovato ed energico magazine che sostituirà l’attuale Good Living) ma il desiderio di scrivere di più alberga dentro di me esattamente come un buon proposito dovrebbe fare: un obiettivo da raggiungere che richiede dedizione e forza di volontà, oltre a qualche rinuncia. Mentre batto adesso sui tasti del mio computer so con certezza che – se avesse modo di rispondermi – si chiuderebbe sulle mie dita in un morso, ricordandomi che lui gira con me ovunque io vada e che io scrivo ovunque, anche in autobus (sì, potete chiedere a chi mi incontra…). Eppure, vorrei scrivere di più. Mi piacerebbe riuscire a prendermi l’impegno di una rubrica fissa un giorno alla settimana, come ho fatto con la radio. Non necessariamente per parlare di cucina. Mi piacerebbe riuscire davvero a mettere in un formato organizzato tutte le micro pillole scritte sul “saper vivere” e creare un libretto che sia una guida all’uso della vita con maggior garbo. Mi piacerebbe che il mio nuovo libro vi stupisse con un racconto in grado di tenere incollati alla pagina per qualche tempo. Mi piacerebbe scrivere di più…
Al numero #3 – Muovermi 120 minuti alla settimana
Due ore di attività fisica – programmata – ogni settimana. Anche se il mio stile di vita super attivo mi tiene in forma (insieme al cibo #honestlygood ovviamente) da quando frequento un centro dove vado semplicemente a fare ginnastica una o due volte alla settimana mi sento fisicamente davvero meglio. E l’obiettivo del 2018 è continuare, avvicinandomi il più possibile alla frequenza bisettimanale. Non è una mera questione estetica, ma di salute complessiva. Gli studi medici dimostrano che fare attività fisica regolarmente, secondo uno schema definito in base alle proprie necessità, è il miglior modo (insieme all’alimentazione corretta e all’astensione dal fumo) per garantirsi salute, longevità, giovinezza.
Ecco, questi sono i miei buoni propositi per il 2018.
Il mio chien tung dell’anno nuovo parla forte e chiaro:
13 – set aside some time to dream dreams [metti da parte un po’ di tempo per sognare]
7 – a chance encounter will lead to better things [un incontro casuale porterà un miglioramento]
8 – the answer is in you [la risposta è in te]
Quali sono i vostri buoni propositi per l’anno nuovo? A tutti, i miei più sinceri auguri di buon anno, e che possiate raccogliere ciò che avrete seminato con cura e passione.