Chi non ha mai sentito quella necessità profonda, forte e inarrestabile, legata al desiderio di lasciarsi andare annegando un momento di debolezza nel bacio confortante del cioccolato? Quell’atto che si compie non tanto per placare la fame del corpo, ma un’instancabile ricerca dell’anima che ti fa perdere la ragione sino a che non trova l’oggetto del proprio desiderio e vi cede completamente. Non mi vergogno nel dire che non sono immune da questo richiamo, e che scrivere questo libro è stato un atto di gratificazione della mia parte femminile più nascosta: quella che ogni donna conosce di se stessa e a volte desidera mantenere privata.
Non sono stata una grande appassionata di cioccolato da bambina. Ho iniziato ad indulgere nell’abbraccio morbido e seducente di questa sostanza voluttuosa quando il mio palato era già in grado di apprezzarne il gusto amaro, corposo; in una parola: adulto. Il mio rapporto con questo ingrediente chiacchierato è strano, come per molte donne. Posso ignorarlo per un po’, ma poi devo abbandonarmi al suo canto sino ad esserne sazia e soddisfatta: solo così riesco a non pensarci sino alla volta successiva. Ai cioccolatini preferisco una tavoletta amara realizzata a regola d’arte. Nei dolci amo l’abbinamento con ingredienti che ne esaltano le qualità primitive, piuttosto che annegarlo in una coltre di zucchero. Il gusto deve essere bilanciato, armonico. Quando il palato assapora le note intense del cioccolato, comprendi perché intorno a questo delicato connubio di cacao e ingredienti invitati alla sua corte regna un’aurea di mistero, di gioco, di notturno banchetto che fa sognare cose che non puoi dire, né chiedere, ma solo vivere in un’esperienza che trascende la gola e arriva direttamente alla testa. Il cioccolato è la chiave che apre la porta di un grande piacere: quello dell’amore che chiunque di noi deve a se stesso, in moderata dose, per poter amare gli altri con lo stesso slancio sincero.