“Le vacanze estive sono una condizione mentale. Possono durare un week end, o un’intera stagione – passano sempre troppo in fretta. Ricordo con nostalgia infantile le vacanze scolastiche di quando ero piccola: duravano tre mesi filati, e quando il calendario segnava gli ultimi trenta giorni prima del rientro in città mi sembrava che tutto stesse per finire troppo velocemente. L’unica consolazione era sapere che la fine di agosto avrebbe portato i fichi a maturare in modo esageratamente goloso, e che avrei potuto mangiarli, caldi di sole, seduta sotto l’albero leggendo un libro. Per il resto, già a sette anni avevo una passione per il cibo che mi portava a vedere le cose in maniera diversa…”
Inizia così Summer Holidays, il mio libro dedicato alle vacanze estive. E questo è esattamente quello che penso: l’estate e le vacanze sono dentro di noi e possiamo prolungarne la sensazione di benessere anche una volta tornati a casa (o se non siamo partiti affatto…): durante il week end, o semplicemente a fine giornata, quando la testa dovrebbe liberarsi dagli impegni professionali e si torna alla famiglia.
Chiuso il grande progetto del mio prossimo libro – GOOD FOOD – che uscirà ad ottobre, mi sono ritagliata dieci giorni di vacanza con la mia famiglia in Provenza. Sono stati giorni intensi e bellissimi, come sempre quando siamo tutti e 4 + 1 (il nostro gatto Minou) insieme. Nulla di speciale, ma esattamente quello che amo da una vacanza: una casa accogliente con un bel giardino, sulle colline intorno a Valbonne; la giornata scandita dai pasti, con nuove cose da cucinare e sperimentare, e poi le passeggiate nel verde, un po’ di spiaggia, le lunghe serate sotto le stelle. Niente televisione, niente tecnologia, solo libri e buona conversazione. Vi sembrerà un modo noioso di passare le vacanze, ma per me è il paradiso: dormire, cucinare, leggere, nuotare e rilassarmi completamente, sino a riuscire a riprendere tutte le energie che la vita ti consuma. Viaggiando spesso per lavoro e vivendo a “ritmi pianificati” come mi piace dire, alzarmi la mattina e non avere nulla da fare è esattamente ciò che ho voglia di fare per ricaricare il corpo e la mente.
La sveglia quando sono in vacanza non suona, ma difficilmente riesco a restare a letto oltre le 8:30. A quel punto, la cosa più bella è fare una nuotata prima della colazione. Mio marito (che è una persona davvero speciale, devo ammetterlo) si è alzato presto ogni mattina per andare in paese, rientrando con pane ai cereali appena sfornato, pain au chocolat e croissant [a proposito, mi avete chiesto la ricetta dei pain au chocolat: la trovate qui, presa dal mio libro Csaba bon marché].
Le attività per la giornata a casa mia si discutono durante la prima colazione: una passeggiata nei boschi per cogliere le more, oppure un mercatino di brocantage (dove comperare altre cose assolutamente superflue e per questo meravigliose, facendo affari per pochi euro). Dopo pranzo un po’ di siesta all’ombra in giardino, un tuffo in piscina, poi il rito dell’aperitivo bordo acqua che diventa cena. Siamo stati abbastanza fortunati da trovare una casa con un bellissimo barbecue vecchia maniera: legna, brace e spiedini hanno allietato più di una serata.
Lo spirito della vacanza, per me, non può essere disgiunto dall’idea di cucinare. Adoro andare a fare la spesa, borsa alla mano e ballerine ai piedi. Mi piace parlare con le persone, informarmi sulla provenienza di quello che compro e anche chiedere spunti per cucinare cose che magari di solito non cucino spesso. Il mercato all’aperto a Valbonne, il venerdì mattina, offre tutto quanto si possa desiderare: dalla bancarella delle spezie (dove ho potuto far rifornimento di sumac, che in Italia faccio fatica a trovare) sino a quella del thé. E poi la teleria per la casa, gli oggetti usati, la frutta e la verdura. Salendo verso la parte alta, accanto alla fontana collocata al vecchio abbeveratoio, dove di venerdì si installa la bancarella dei fiori, c’è ogni mattina il banchetto del panettiere del villaggio, che però chiude presto (a mezzogiorno non troverete già più nulla) perché vende solo il pane prodotto nella notte. Non è una meraviglia? Pensare di alzarsi e mangiare il pane fatto poche ore prima, proprio come potremmo farlo noi…
Sulla Place de la Vignasse ci sono un ortofrutta super rifornito (Dumanois Primeurs – caro, devo ammetterlo, anche per me che arrivo da Milano. Ma con una scelta invidiabile e prodotti davvero di qualità) e poi la Boucherie Rondelli, una macelleria con una piccola rosticceria annessa, dove rifornirsi di carne, pollame e salsicce per la griglia. Anche la pescheria è davvero buona a Valbonne (Poissonerie de Valbonne, 23 Route de Nice) e se cercate un thé con i macarons, oppure il gelato fatto come una volta c’è la Pâtisserie Salon de thé Jean Jacques Lenoir, dove potete sentirvi trasportati indietro nel tempo di circa un secolo, semplicemente varcando la soglia.
Avrete capito che il cibo ha un posto in prima fila per me in vacanza e devo dire che siamo stati molto fortunati: il bel tempo ci ha permesso di mangiare sempre all’aperto, rifugiandoci sotto il portico un paio di volte, ma senza dover entrare mai. Come sempre quando si va nelle case in affitto la mise en place è da comporre sul luogo, e andare alla ricerca di piatti e tazzine da accompagnare tra loro è stato un altro dei miei svaghi. La sera, appena la luce del tramonto iniziava a lambire la casa, la tavola prendeva vita con candele e vettovaglie (nessuna tovaglia – in vacanza e all’aperto mi piace spesso così). Un bicchiere di vino rosé (il Côte de Provence è uno dei miei preferiti) crea sempre l’atmosfera giusta e devo ammettere che in Francia non so resistere ai grandi taglieri di formaggi e al burro fresco spalmato sul pane appena fatto. In fondo, per quale motivo bisognerebbe poi resistere davvero?
Sono stati dieci giorni belli, li terrò con me per molte settimane ancora. Vi lascio una piccola gallery di immagini fotografiche… felice estate, nell’anima, sempre!