C’è una strana atmosfera nell’aria. Non è solo il fatto che la quarantena regala un silenzio distillato anche a una grande città come Milano. Non è semplicemente la primavera, che ignara del fatto che noi non possiamo uscire per incontrare la sua bellezza, si lascia guardare dalle finestre e dai terrazzi. Credo che sia il fatto che l’Italia, forse davvero per la prima volta, abbia dovuto fermarsi davanti a qualcosa che non sa gestire: la mancanza di una data. Se avete letto “Il Caffè” di Massimo Gramellini stamattina, che meglio di me descrive la situazione, sapete di cosa sto parlando. Ci lamentavamo del fatto che la vita fosse troppo piena di scadenze, di cose da fare, di figli da prendere a scuola e accompagnare all’attività sportiva. Ora l’agenda è un susseguirsi di righe bianche che inquieta. Almeno una parte di noi. Ma c’è qualcosa che possiamo fare per trarre del bene anche da questa situazione.
Staremo a casa ancora per un po’. E la vedo come una cosa positiva per certi versi: l’alternativa al momento sarebbe quella di essere in un ospedale. O peggio ancora. Quindi, organizziamoci! Questo è un salotto virtuale, qui potete entrare, uscire e parlare seduti senza distanza di sicurezza e senza dover indossare la mascherina. Qui possiamo esprimere opinioni e sostenerci a vicenza. Qui possiamo parlare di cose più leggere, perchè io sono convinta che di questo abbiamo bisogno, adesso, non di stare affacciati alla finestra per contare quante volte il vicino di casa porta giù il suo cane.
Tiriamo una riga. Oggi. 20 marzo, due settimane di quarantena, circa, per tutti. L’ultima volta che sono uscita a fare una passeggiata di mezz’ora con i miei figli, per andare alla farmacia di via Modena (circa 500 metri da casa) è stato circa 10 giorni fa. Poi ho capito che era meglio evitare anche quella. Per fortuna nel mio quartiere ci sono piccoli supermercati ben forniti e un negozio di frutta e verdura – Il frutteto di Pietro – che sono a meno di 200 metri dal mio portone. Va bene così. Non mi manca nulla, per ora, se non l’idea di poter di nuovo pianificare qualcosa. Ma verrà anche quel giorno.
NEL FRATTEMPO … voi cosa fate?
Mi piacerebbe sapere se state bene, se i vostri cari stanno bene, che cosa fate delle vostre giornate.
Tanti lavorano, e a loro deve andare la nostra profonda gratitudine, perché possiamo contare non solo sulle cure per chi è malato, ma anche sui servizi essenziali per chi sta a casa per mettere in atto quella “distanza sociale” che è l’unica cosa che possiamo fare per essere utili al sistema. Milano è paralizzata, ma respira ancora bene per fortuna. Gli ospedali sono allo stremo, ma i milanesi stanno già fremendo di voglia di ricominciare. E penso sia così in molte città italiane. Al momento in cui scrivo, quarta settimana di chiusura delle scuole in Italia, il mondo intero si sta chiudendo guardando all’Italia in modo diverso. Dopo la Cina, siamo stati i primi a viverlo questo momento di trasformazione totale, a capire cosa stava succedendo e come lo si doveva affrontare. Saremo anche i primi a ricominciare, ne sono certa. Non dobbiamo far sì che muoia il desiderio di riaprire. Di uscire, quando potremo, a prendere il caffè fuori. Di passeggiare insieme agli amici. Di lavorare fianco a fianco, per ridare al nostro Paese tutto il merito che è suo di diritto. Come hanno fatto i nostri nonni dopo la Guerra. Come dovremo fare noi.
#IONONMIFERMO. Perché il virus mi ha confinato geograficamente in uno spazio limitato dalle mura, ma non ha fermato la mia voglia di fare. Le mie giornate sono dedicate alla mia famiglia e al mio lavoro, più o meno come faccio sempre quando non sono sul set. Non voglio entrare in letargo, ma solo rallentare un po’ per mettere a fuoco la situazione in modo migliore. Dare retta solo alle nostre paure non ci farebbe del bene. Non lo farebbe a nessuno.
Cosa possiamo fare, per aiutare, davvero? A parte stare a casa (ovviamente). Possiamo essere di sostegno agli altri in molti modi. In casa e fuori casa, grazie alle connessioni telefoniche e web.
Io mi sveglio presto, sistemo la casa, preparo pasti, leggo con i miei figli, cerco di aiutare le persone che sono sole telefonando loro per fargli compagnia, a rotazione. Soprattutto chiamo chi è anziano e vive le giornate con grande monotonia. E chi è in ospedale, senza poter ricevere visite. Insomma, faccio quello che posso, da qui, dalla mia piccola scrivania, dalla quale di solito mi sembra di essere padrona del mondo.
#STIAMOACASA dovrebbe essere messo al plurale il verbo. Perché altrimenti sa di inquisizione. Stiamo, non “state”. Tutti noi che possiamo. Non perché ci controllano e ci multano, perché abbiamo compreso che serve diminuire il più possibile il numero di contatti tra persone. Perché chiunque, tra noi, potrebbe essere malato e non saperlo.
Io sto a casa. Le mie giornate passano svelte, perché sto lavorando a due (due!) nuovi libri. E quindi scrivo tanto, cucino spesso, mangio troppo, ma va beh… ci sarà anche il tempo per riequilibrare il tutto. Per ora mi sono scaricata un’applicazione che desideravo scaricare da tanto, e faccio ginnastica 30 minuti ogni mattina, dalle 8:30 alle 9:00, dopo aver scritto un po’ in vestaglia, con la mia tazza di caffè accanto. Sto preparando anche qualche novità diversa per l’autunno…ma di questo è presto per parlare. Chissà quando saremo in grado di tornare a fare la vita alla quale eravamo abituati?
Mi piacerebbe sapere cosa state facendo voi. Come investite il vostro tempo? Non lasciate che scivoli via nella noia, sarebbe un tale spreco! Chi di voi lavora? Chi è a casa in città e chi vive magari in campagna o vicino al mare? Cosa fate durante il giorno? Quali libri state leggendo? E quali film belli avete visto di recente?
Io sto rileggendo il libro (bellissimo) di Amanda Talbot che si intitola Rethink the way you live. Lo avevo comperato nel 2017. Ora è più attuale che mai (se lo volete, lo trovate su Amazon, ma solo in inglese). Avete libri da consigliare?
E quanto ai film. ieri per la Festa del papà abbiamo visto un film bellissimo, che racconta in modo straordinario il rapporto tra padre e figlio. Si intitola Questione di Tempo (titolo originale About Time) ed è del 2013 quindi forse lo avrete visto. Io l’ho noleggiato su iTunes. A noi quattro è piaciuto molto.
Su Netflix invece ho visto di recente il film I Due Papi (che è fatto molto bene) e ho rivisto Il Club del libro e la torta di bucce di papate di Guernsey. Ve li consiglio, se non li avete ancora visti.
Per il resto, sto bene, anche se sono molto preoccupata, come tutti.
Mio marito ritorna ogni sera dall’ospedale con l’espressione seria di chi ha visto cose che preferisce non raccontare. Io a volte penso a qual è la cosa che mi manca di più in questi giorni. La risposta è una sola: poter vedere le persone che amo al di fuori di questa strettissima cerchia che siamo noi quattro. Poter andare in radio il venerdì mattina. Entrare nelle case degli italiani e sedermi alla loro tavola. Mi manca la gente. Mi mancate voi
La sera prego, perché faccio parte dell’Italia che crede. Prego per coloro che stanno male, per le famiglie che hanno avuto un lutto. Per noi tutti che desideriamo salvarci. Per chi è in ospedale e sta guarendo. A chi vuole accoglierla, estendo la mia preghiera. E chiedo di essere nelle vostre. Non singolarmente, certo, ma collettivamente, insieme a tuti quelli che stanno vivendo questo momento con impegno. Con la consapevolezza che insieme si possa fermare il virus.
Un’ultima cosa. Se potete, fate una piccola donazione. Bastano pochi euro per aiutare, le raccolte fondi sono tantissime, lo so, perchè c’è tantissimo bisogno. Io ho scelto di aiutare l’Ospedale Policlinico di Milano, perchè è la Ca’ Granda di noi milanesi, e perchè è l’ospedale dove lavora mio marito e dove sono nati i miei figli. Stanno attrezzando nuovi reparti per le terapie intensive. Se volete fare una donazione anche voi, potete farlo attraverso la piattafora GoFundMe cliccando qui . O potete scegliere di aiutare nel modo che ritenete essere il più vicino al vostro cuore. GRAZIE.
Vi mando un abbraccio, virtuale e 100% protetto.
E aspetto di condividere un po’ le vostre giornate e i vostri pensieri.
A presto. #Andràtuttobene