Lunedì mattina. A Milano c’è una strana calma: se non fosse per il freddo, potrei dire che è un lunedì d’agosto. In strada le macchine passano di rado. I mezzi pubblici transitano praticamente vuoti, i marciapiedi sono solcati da poche persone che attraversano la strada con un’insolita fretta di rientrare. È una giornata grigia, in perfetta armonia con la sensazione che procura a ciascuno di noi aprire le notizie, siano quelle che si leggono sui quotidiani on line o quelle che ci arrivano tramite i telegiornali. Le scuole chiuse dilatano la dimensione del tempo dandoci la sensazione di vivere dentro una bolla, o forse un brutto sogno dal quale tutti desideriamo svegliarci presto. Mi sono alzata al solito orario, alle 6:45, anche se da oggi non andrò al lavoro, intanto perché volevo fare colazione con mio marito, prima che lui uscisse per andare in ospedale, e poi anche perché ho deciso che non voglio (non posso) sentirmi in vacanza. Così ho iniziato a sistemare le cose di sempre in casa, e poi ho preparato un secondo caffè e mi sono messa alla scrivania. Nel frattempo avevo svegliato i ragazzi, che già da una settimana seguono i corsi scolastici on line, ciascuno in camera propria. Minou, la nostra gatta, sembra distratta da tutta questa presenza attiva nelle ore della mattina. Forse pensa sia ancora domenica.
Voi come state, nelle vostre case?
Spero tutti bene. E desiderosi di vivere questo momento con la serenità che deriva dalla resilienza: non possiamo combattere questo virus se non arrendendoci allo stare a casa. Che poi, potrebbe dare anche dei frutti positivi. Per quanto mi riguarda, farò un po’ di lavoretti di riordino che avevo rimandato da mesi. Con la scusa dell’igienizzare tutto, pulirò meglio anche dove di solito magari si va solo una volta ogni tanto. Ma, soprattutto, mi godrò due cose che per me sono il lusso allo stato puro: più tempo per cucinare e più tempo per stare con i miei figli.
Sono fortunata, perché allo smartworking sono già passata 7 anni fa: da allora lavoro ovunque, con il mio computer portatile, senza guardare dove sono o che giorno sia. Quindi per me abituarsi a produrre dalle mura domestiche non è qualcosa da acquisire, ma semplicemente una buona abitudine da mettere in pratica.
Ho tirato fuori un paio di libri che voglio leggere. E poi (devo ammettere) ne ho anche uno che devo scrivere. Per il resto, mi dedicherò alla cucina con tutta me stessa. E spero che abbiate voglia anche voi di condividere ricette. Chi di noi è a casa, ha il compito di preparare qualcosa di buono per coloro che ancora possono (o devono) andare a lavorare. Non pensate? Le preoccupazioni non spariranno se continueremo a leggere le ultime notizie aprendole con l’ansia che pervade tutto il corpo. Abbiamo indicazioni chiare di ciò che c’è da fare: stare a casa. In questo momento storico, non è poi così difficile. È ancora inverno, e a chi non ha voglia di mettere le mani in pasta dico di svagarsi in altro modo: le serie tv, il web e i libri ci possono fare molta compagnia.
Per quanto mi riguarda, cucinerò e scriverò. Ho iniziato questa mattina, scrivendo per un paio d’ore, in vestaglia, seduta comoda al piccolo tavolo di legno che c’è nel mio minuscolo studio pieno di oggetti. Poi per fare una pausa sono scesa a fare la spesa fresca, che in questi giorni limiterò a due volte alla settimana. Ho camminato da sola, tenendomi a distanza e portando con me una mascherina da indossare nei luoghi chiusi, per precauzione. Ho camminato intorno al mio isolato e ho trovato un quartiere diverso, a tratti più consapevole, a tratti ancora (a mio avviso) illuso che il problema non sia reale. Davanti alla farmacia c’è una fila ordinata di persone che aspetta il proprio turno per entrare. Il cartello dice: solo due persone alla volta. La coda è un po’ più lunga davanti al piccolo supermercato del quartiere e da Pietro, il mio ortolano di fiducia, la gente aspetta fuori. Mi sono messa in fila, a distanza di sicurezza, per acquistare frutta e verdura. Voglio preparare una quiche, e forse domani anche una crostata con la crema al limone e i pinoli. Niente cioccolato in questa strana quaresima senza messa. Ma una crostata penso che la farò. O forse alla fine opterò per i bigné. Vedremo domani.
A proposito – quale ricetta vi piacerebbe imparare questa settimana? Un dolce da proporre a Pasqua? Un piatto unico? Qualcosa di vegetariano? Ditemi cosa vi piacerebbe che preparassimo insieme…
Per ora vi lascio questa immagine di me alle prese con il mio nuovo mixer Kitchen Aid, che ha un bellissimo colore azzurro chiaro. Come quello del cielo della primavera, che sono certa arriverà presto non solo su tutta l’Italia, ma anche nei nostri cuori. Vi auguro di stare bene. Vi chiedo di stare a casa. Di proteggere voi stessi e i vostri cari limitando ogni contatto superfluo e muovendovi fuori dalle mura domestiche con la dovuta precauzione. Mi riprometto di tenervi compagnia spesso. E tengo aperto per voi questo salotto virtuale, dove nulla di brutto può succedere. Perché siamo tutti a distanza di sicurezza. Un abbraccio grande, da casa mia alle vostre case. Una per una, se possibile.
Siate forti. Il virus si può fermare. #fermiamoloinsieme