Oltrepassato il turbinio del Natale e l’allegra confusione che il “Grande Pranzo” porta con sé, come ormai è tradizione sono approdata sulla sponda del lago di Zurigo, a casa dei miei amici Anna e Massi. Sta per terminare l’anno un’altra volta, e come spesso accade in questo periodo è più facile rallentare e fermarsi, radumare i pensieri, riflettere su ciò che abbiamo fatto e ciò che vorremmo ancora fare. Qualcuno la chiama ricerca della felicità… io penso sia davvero invece il bilanciamento tra ciò che accade: bello, brutto, prevedibile o sorprendente… Come la vita stessa.
Consapevole che non mi serva molto di materiale per stare meglio (anche se adoro le cose belle e faccio della ricerca del bello parte del mio lavoro quotidiano) anche quest’anno ho avuto il grande piacere di ricevere l’invito a passare il capodanno insieme alla mia famiglia con due amici speciali e i loro figli, in un’atmosfera tranquilla ma anche molto stimolante, in cui la natura che ci circonda, la conversazione amabile e il relax totale sono tutto ciò che abbiamo e desideriamo avere.
Sconnessa dalla rete – o quasi, eccomi dunque arrivata al termine di questo anno complicato e bisestile. Un anno in cui ho vissuto con grande fatica anche le cose semplici, e ho dovuto attingere al meglio delle mie forze per apprezzarle tutte. Ho cucinato moltissimo (e questo è il lato positivo!) ma avrei voluto sperimentare di più. Questo è già un proposito per l’anno che verrà.
Come ormai è tradizione, gli ultimi 2 giorni di dicembre e il primo di gennaio sono davvero gli unici in cui smetto completamente di lavorare e mi sconnetto dal mondo esterno, per riconnettermi in modo profondo con me stessa. È come riempire sino all’orlo un recipiente vuoto dal quale poi potrò attingere ancora: ho bisogno di ore di sonno aggiuntive; di lunghe passeggiate sotto il cielo freddo e azzurro (di recente è quello di Zurigo) della presenza della mia famiglia e dell’assenza di impegni; di buon cibo cucinato in casa. Ho bisogno di uscire senza il mio telefono cellulare in tasca e vivere qualche ora da sola con me stessa, per ritrovare il filo dell’equilibrio totale, quello con il quale mi piace pianificare le scelte. Senza guardare la posta, senza guardare i messaggi, senza fotografare nulla usando un apparecchio digitale, ma tutto con i miei occhi. Cerco di guardare e di vedere al tempo stesso: di imprimere nella mente i contorni delle cose e i profumi, i suoni: tutto quello che mi circonda e che una fotografia o un video, ancora, non possono conservare. Nel frattempo, ho messo come salva schermo sul mio tablet l’immagine che ho condiviso dal sito della rivista olandese Flow (la conoscete? A me piace molto – la leggo nella versione internazionale, che è in inglese).
Il termine dell’anno per me ha sempre un valore speciale, non solo perché tiro una riga e faccio le somme, come una brava scolaretta (lo so, è noioso, ma mi fa stare così bene!) ma anche perché a fine anno, in qualunque modo, cerco di fare del punto di equilibrio interiore il mio vero baricentro per qualche giorno.
La vita in armonia per me è esattamente questo: sentire che le due parti dentro di me combaciano, che il mio io profondo si riconnette con tutte le donne che vivono in me: la moglie e la madre, la scrittrice di libri, la ragazzina che crede ancora a Babbo Natale e la donna matura che sta imparando a portare le rughe come un bellissimo tatuaggio. Quando l’anno termina, le scelte sono state fatte, prima dei buoni propositi mi piace guardare a ciò che è successo. Mettere per iscritto la mia “timeline” degli ultimi dodici mesi. Salutare ciò che non c’è più e valutare il nuovo. Arrendermi davanti a ciò che non ho saputo o non ho potuto fare, e congratularmi con me stessa per quello che ho fatto.
In cucina, questi giorni sono quelli del grande mutamento. Dalle ricette ricche, i dolci golosi e le consistenze avvolgenti che hanno caratterizzato il Natale migro verso un inverno più minimalista. Tra poco riaprirò Good Food e affiggerò in cucina il Manifesto. Ma per ora, mi godo il cielo azzurro di Zurigo e l’aria fresca. Le anatre e i cigni che mi guardano con la pancia nell’acqua, invitandomi a scendere con loro. I miei figli che giocano felici con i loro amici. E il caffè caldo sulla terrazza di Anna, guardando il lago e mangiando kanelbullar (Anna però, da vera svedese, dice che non sono molto natalizie… forse più adatte a un picnic Hygge. OK, però a me piacciono in questo periodo dell’anno!). Intato, vorrei passare le prossime ore chiacchierando come se avessimo tutto il tempo del mondo. Perché quando non ho fretta, quando non corro, quando non produco nulla, mi sento davvero in equilibrio con il mondo. E anche questo è vivere InSync: scivolare nell’anno nuovo senza troppo clamore, ma con la consapevolezza di esserci. E di fare la differenza. Vi auguro un sereno capodanno e vi do appuntamento al 2017. Manca poco. Recuperate la sintonia e entrate nel nuovo anno con il passo giusto: il vostro personale.
Un abbraccio (risponderò ai commenti la prossima settimana! Ora chiudo.) Siate liete. Felici di essere qui, adesso, ovunque siate.