Il thé pomeridiano è uno dei momenti più sociali che io possa immaginare per ricevere in casa. Quella che un tempo era una tradizione britannica molto in uso nelle case nobili e meno tra la gente comune, oggi è una possibilità estremamente attuale e davvero versatile di offrire il nostro tempo e qualcosa di buono da mangiare. In tutti i luoghi che ho toccato durante i miei numerosi viaggi, in questi anni, ho sempre amato sedermi nelle sale da thé e chiedere un thé caldo – incurante del clima. Un thé mi rinfresca in estate e mi riscalda in inverno. Accompagnato da deliziosi sandwiches salati, oppure da morbidi pasticcini, è esattamente quello di cui ho bisogno quando l’orologio posiziona le lancette sul tardo pomeriggio. Sebbene l’idea possa, all’inizio, rimandare subito ad un rito un po’ vecchio stile, basta guardarsi intorno per capire che il thé delle cinque ha valicato i confini britannici ed è ormai un evento vero e proprio che si tiene in tutto il mondo in modi differenti. In Italia è un rito abbastanza recente, ma si va via via diffondendo sempre di più, accompagnato dai dolci della nostra tradizione e da quelli inglesi e francesi che tanto amiamo.
Oltre ad essere un momento privilegiato di pausa quando sono fuori casa, il thé delle cinque rappresenta per me anche un modo semplice ed elegante di ricevere le amiche, e gli amici, nell’intimità del mio salotto. In fondo serve molto meno tempo di quello che si impiega per preparare un pranzo o una cena, può avere un orario più elastico e lascia alla padrona di casa tutto il tempo delle chiacchiere e del relax, perché puoi preparare ogni cosa in anticipo e non si ha bisogno di aiuto per il servizio.
Come e dove servire il thé
Sebbene sia conosciuto come thé delle cinque, questo evento dovrebbe essere organizzato tra le quattro e le cinque pomeridiane. Ciò lo rende un appuntamento sufficientemente distante sia dal pranzo che dalla cena, dando a tutti – ospiti e padrona di casa – il tempo per organizzarsi al meglio, senza interferire sulle altre attività della giornata, sia che l’evento prenda luogo in settimana che nel week end. Nell’ultimo ventennio del IXX secolo, quando il thé era considerato un evento sociale di grande importanza ed essere escluse da certi salotti poteva di diritto essere ritenuto un affronto, le signore si cambiavano per il thè, indossavano lunghi guanti che non si sarebbero tolte neanche per portare alla bocca i pasticcini, ampie e lunghe gonne e bellissimi cappelli. Le cose negli ultimi 150 anni sono decisamente cambiate, ma è considerato ancora un grande segno di eleganza presentarsi ad un thé in casa vestite per l’occasione, e quindi non trascurate.
Il thé si serve oggi nella zona che chiamiamo “living” ossia dove spesso ci sono i divani ed un tavolo basso. Solo nelle occasioni molto formali – e nei grandi alberghi – il thé pomeridiano viene servito ad un tavolo da pranzo vero e proprio, apparecchiato in modo canonico. Si può allestire la tavola bassa in modi diversi: con o senza tovaglia, ad esempio. Con una bella teiera in ghisa (in stile orientale) e bicchierini semplici in vetro, di foggia classica o marocchina; oppure con un set di tazze in porcellana fine abbinato alla teiera e tanta argenteria. Ritengo che la semplicità possa essere la chiave di lettura migliore per un’eleganza raffinata che non ostenta – e per un thé è necessario attenersi a questa regola. Niente sfarzo, ma cura dei dettagli, piccoli gesti che faranno notare la padrona di casa nelle sue scelte. E poi ricette “mignon” che consentono di portare il boccone direttamente dal piattino alla bocca senza usare più di due dita, oppure torte morbide – anche a strati – da servire con forchettina da dolce e cucchiaio. Sarà la padrona di casa a passare alle proprie ospiti le tazze e a versare il thé, in assenza di aiuto. Se ci sono degli uomini, è legittimo che si offrano di riempire le tazze. I pasticcini saranno sistemati al centro della tavola su una o più alzatine, la torta sarà tagliata e servita dalla padrona di casa.
Cosa serve per fare un buon thé
Pur nella sua semplicità, l’organizzazione di un thé prevede da parte della padrona di casa l’utilizzo di una corretta attrezzatura. E questa – non lo nego – può essere una parte molto piacevole della decisione di dedicare più tempo a questo modo di ricevere. Teiere in ghisa o in porcellana fine, tazzine (nuove o vintage, recuperate nei mercatini) tovagliolini piccoli ricamati, cucchiaini e zuccheriere, un bollitore per l’acqua… la giusta attrezzatura garantisce la miglior riuscita del tuo evento.
Il primo passo per ottenere un buon thé è quello di scegliere accuratamente l’acqua e il modo con il quale la si porta in temperatura. Quando mi sono affacciata al mondo del thé per la prima volta, più o meno dodici anni fa, mi è stato detto da una grande esperta di prediligere un’acqua dal PH equilibrato, in modo da esaltare al meglio il bouquet aromatico del thé scelto. Il punto di equilibrio da cercare sulla bottiglia di acqua è il Ph 7. È importante anche che l’acqua abbia un basso residuo fisso, per non avere un’infusione torbida, ma limpida e fedele nel colore.
In base al tipo di foglia che desideri mettere nell’infusione l’acqua va scaldata in modo più o meno intenso, quindi avere un bollitore elettrico preciso può aiutare. I thé verdi delicati prediligono infusioni a 75° – 85°C, quelli neri più forti a 95°C. Di solito su una confezione di thé in foglia che sia di qualità sono indicati sia la temperatura che la durata dell’infusione. Saper fare un buon thé utilizzando il metodo giusto è importante per non sprecare il proprio denaro quando si acquistano thé di qualità.