L’inverno in Austria è una cosa seria, e proprio per questo, è davvero bellissimo e ricco di poesia. Anche se la temperatura è bassa, il sole splende alto su Vienna e l’aria, tersa e frizzante, mette energia. In quella parte di città che sta tra il quartiere dei musei e il Naschmarkt (l’antico mercato locale) ci sono case la cui architettura è davvero degna di nota, e per le cui facciate vale la pena intraprendere una passeggiata a piedi, con guanti e sciarpa di lana, possibilmente in due (come se per andare in giro per la capitale austriaca da innamorati ci fosse bisogno, eventualmente, di una scusa). Vienna è una città romantica. È antica e moderna al tempo stesso, è sontuosa e pop nella stessa giornata. Non fermatevi al cliché dello strudel, del valzer e degli abiti lunghi – Vienna oggi è anche arte moderna, ristoranti contemporanei e street food disseminato tra le bancarelle del più antico mercato della città: un luogo che saprà rapire il vostro cuore quasi tanto quanto il Danubio.
Lo so – continuando a leggere vi verrà voglia di fare le valigie e partire adesso. La buona notizia è che è abbastanza fattibile: un breve volo di poco più di un’ora collega l’aeroporto di Vienna con Milano o con Roma (noi abbiamo volato super comodi da Malpensa con Austrian Airlines). Gli hotels sono tanti, alcuni sorprendentemente belli seppure proposti a prezzo contenuto. Le cose da fare tanto innumerevoli da lasciarvi senza dubbio il desiderio, e l’occasione, di tornare.
Diario del mio week end street food + gourmand
Sono stata a Vienna con mio marito Lorenzo il primo week end di novembre l’anno scorso, ospite di Barbara Ludwig, una donna lungimirante e molto capace, che ha saputo reinventare la propria vita al punto di diventare proprietaria di un hotel che conduce, oggi, con bravura e pazienza. Una di quelle storie al femminile che mi piacciono tanto, perché mescolano successo e fatica, momenti belli e momenti brutti. Speranza e disillusione. Come è solitamente la vita.
Ma andiamo con ordine. L’idea era quella di fare un pezzo per il nuovo magazine che sostituirà Good Living (sì, esce a marzo ed è proprio un giornale nuovo, completamente, tranne per la sua anima, che resta fedele alla mia). Poiché questa nuova versione presenterà, ogni numero, una destinazione “week end”, avevo scelto Vienna: perfetta per poter cominciare con una capitale europea meno inflazionata delle solite Londra-Parigi-Copenaghen. E anche perché volevo passeggiare lungo il tradizionale mercato Naschmarkt. E vedere la collezione di porcellana, argenteria e cristalleria della Principessa Sissi. Attraversare il Volksgarten con i suoi spazi ampi e le fontane. Gustare un caffè viennese nel quartiere dei Musei. Cenare allo Spittelberg, di cui avevo tanti sentito parlare. E vedere Schönbrunn, il bellissimo castello appena fuori dalla città.
Sì, tante cose… ma tutte fattibili in due giorni pieni, armandosi di buona volontà e camminando un po’.
Siamo partiti venerdì nel tardo pomeriggio, in modo da essere a Vienna per sera. Austrian Airlines ti dà la possibilità di acquistare, per una cifra contenuta, un pranzo a bordo di buona qualità (il servizio è questo: Do & Co). Lo abbiamo provato e devo dire che, rispetto al classico vassoio della classe economica, è qualcosa per cui vale la pena investire qualche euro extra. In questo modo siamo arrivati a destinazione senza necessità di cenare in hotel. L’Hotel Beethoven – che ci ha ospitato durante il soggiorno, è stata una vera sorpresa. Posso consigliarlo per due motivi (oltre al fatto che ha un costo ragionevole): la sua posizione strategica a un passo a piedi dal Quartiere dei Musei, dal Palazzo Imperiale Hofburg e dalle vie centrali dello shopping; ma anche perché le camere di questo boutique hotel sono deliziosamente arredate in modo differente, opera dell’architetto viennese Raimund Brunnmaier, al quale Barbara ha dato il particolare compito di trasformare una ex casa di tolleranza in hotel. Il risultato è davvero notevole (sbirciate qualche foto, se volete, qui).
Sabato mattina, dopo una buona colazione in hotel, Barbara e Poldi (il suo bellissimo cane, mascotte dell’hotel) ci attendevano per una visita al Naschmarkt, che si trova a meno di cinque minuti a piedi dall’Hotel Beethoven, proprio al di là della strada, nel quartiere omonimo. Lo confesso, dopo solo dieci minuti dal nostro arrivo avevo già la borsa pesante: riso basmati integrale, spezie, thé… mi sono dovuta trattenere dall’acquistare la verdura dei contadini locali, perché non avrei saputo dove metterla in valigia. Il mercato si sviluppa in lunghezza occupando un grandissimo viale. Da un lato ci sono le bancarelle con il cibo, dall’altro decine di piccoli ristoranti e bistro che propongono di tutto: dallo street food influenzato dalla comunità turca, che qui è molto ampia, ai piatti di pesce (provate il Nautilus, al numero 673 di Naschmarkt).
Più avanti si trovano le bancarelle con oggetti di antiquariato e modernariato – anche tanta paccottiglia, certo, ma in un ambiente ordinato, davvero affollato, ma comunque gradevole. Se cercate qualche tazza di Herend spaiata, questo è il vostro posto. Io avrei comperato tutto.
Il mercato vale una visita di almeno un paio d’ore – provate a entrare in una delle bancarelle di spezie e di thé per immergervi in un’atmosfera dal profumo davvero magico. Oppure visitate il banchetto dell’aceto locale, per scoprire e assaggiare aceto di lampone, ma anche di bacche, di riso, di frutta. Questo mercato antico (risale al ‘500) offre davvero un’atmosfera distesa che invoglia a passeggiare perdendosi tra la folla. E – appena ne sentirete il bisogno – potrete sedervi a un tavolino e ordinare un croissant con un bel caffè viennese. Lasciato alle spalle il mercato, ci si può dirigere verso la zona pedonale del centro, al di là delle guglie colorate del duomo, oppure verso i Musei. A voi la scelta.
3 musei da vedere (assolutamente)
HofBurg, il Palazzo imperiale, offre la visita al Museo dell’Argenteria, con la collezione di stoviglie antiche più bella che io abbia mai visto. Posate in oro massiccio (realizzate da orafi italiani) e oggetti in argento. Piatti in porcellana fine per ogni occasione e le regole della tavola imperiale. Un angolo di paradiso per chi, come me, ha la passione per queste cose. Prendetevi due ore di tempo per fare il giro lungo, e utilizzate l’audioguida, in italiano – le spiegazioni sono chiare e ben fatte.
Il Leopold, da ammirare anche solo per la bellissima architettura Liberty viennese, ospita la più grande collezione al mondo del pittore Egon Schiele, oltre ai bellissimi capolavori di Gustav Klimt.
Il Museo Albertina, oltre ad essere uno dei più famosi d’Europa, sorge dentro le mura di quella che fu la più bella residenza degli Asburgo. Ospita una grandiosa mostra permanente, ma soprattutto le più importanti mostre itineranti internazionali. Al momento potete trovare “Da Monet a Picasso”.
3 posti per mettersi a tavola (da non perdere)
Sabato a pranzo, in una fredda giornata di sole, abbiamo mangiato comodamente seduti all’aperto (riscaldati da apposite lampade) al pittoresco Zum Schwarzen Kameel, il cammello nero. Questo locale è a Vienna dal 1618 e festeggia dunque quest’anno i suoi 400 anni. Si mangia bene, i prezzi non sono bassi, ma la location è davvero bellissima e ne vale proprio la pena. Si trova nel centro storico, al numero 5 di Bognergasse, affacciato sulle vie dello shopping, e offre una buona carta. Vi consiglio il pranzo, ma potete andarci anche per un semplice caffè con pasticceria viennese la mattina, un aperitivo o la cena (in questo caso, meglio all’interno).
Per la colazione della mattina, anche se in hotel non vi mancherà nulla, sedetevi da Demel al numero 14 di Kolmarkt. Come viene definito questo caffè storico, più che un locale è l’estensione di un vero salotto viennese. Non fatevi prendere dai sensi di colpa e ordinate un caffè con panna e una fetta della vostra torta preferita. C’è davvero solo l’imbarazzo della scelta. Anziché un tavolo, se non volete restare lì tutto il pomeriggio, sedetevi al bellissimo bancone in legno, nella seconda sala.
Il nostro sabato sera gourmand si è consumato molto romanticamente a un tavolo del ristorante Das Spittelberg, dove lo chef Harald Brunner ha cucinato per noi la sua famosa anatra, ma non solo. Il menù degustazione è impegnativo – vi avviso – ma la carta è comunque eccezionale e qui, in un’atmosfera informale, seduti davanti alla cucina a vista, oppure appartati in un romantico tavolino a due che guarda sulla strada dentro il giardino d’inverno, potete scegliere davvero come deliziare i vostri sensi, accompagnando i piatti con un’ottima carta dei vini. Cosa scegliere? Date un’occhiata alla carta prima, ma il maialino arrosto, il polpo con lo zafferano e la selezione di sorbetti sono una segnalazione che non posso non fare.
A Vienna, come tutti sanno, si lascia il cuore. Domenica mattina siamo andati a Schönbrunn, a vedere gli appartamenti di Sissi e a passeggiare nel bellissimo parco. Se cercate una città dove innamorarvi (da capo, o di nuovo di chi avete al vostro fianco da anni) credo proprio che questa sia la destinazione giusta.
PS_ una tariffa speciale per voi lettrici da parte di Barbara Ludwig.
Se volete davvero andare a Vienna, prenotando direttamente in Hotel e indicando questo articolo, avrete una tariffa speciale offerta dalla proprietaria: 3 notti al prezzo di 2 [per una camera nella categoria Selezione: 22mq, 145€ al giorno per 2 persona, con colazione; oppure Salone: 30mq, 165€ al giorno per 2 persona, con colazione]. Sino al 31-03-18, salvo disponibilità.