Non mi piace quando in estate è vistosamente barocca, ma neanche super minimalista, stile loft a New York. Agli oggetti di design, per la mia tavola estiva, preferisco quelli un po’ più classici da mercatino dell’usato, purché belli e ben assortiti tra loro. Pur ammettendo la mia recente passione per le stoviglie in materiali sintetici e dai colori decisi, abbinate magari a vecchi servizi di piatti bianchi dei quali, come succede a molti, mi sono un po’ stufata con gli anni. Conchiglie, sabbia e altre decorazioni marine rigorosamente “fai da te” che sarebbero imprescindibili per una tavola stile Martha Stewart, sulla mia possono essere tranquillamente assenti. Anche perché ammetto di non avere poi questa grande manualità per l’arte della decorazione quando si devono includere tra gli attrezzi del mestiere la colla a caldo e il pennello. Preferisco dedicarmi alla mise en place casuale ma chic, fatta di oggetti che poi serviranno durante il pasto.
Quello che invece non può mancare mai è un colore: il bianco, accompagnato possibilmente dall’azzurro, che mi ricorda il mare. E qualche candela – sì, queste sì, sono una piccola debolezza personale.
Se siete in vacanza (a casa o in villeggiatura, non importa, ma comunque in una casa e non in hotel) qualche consiglio per la preparazione “veloce e chic” potrebbe esservi utile. Io ho pensato a qualche regola semplice da seguire personalmente per non dover dedicare troppo tempo alla tavola quando sono in vacanza, senza comunque scegliere delle soluzioni di compromesso, che è facile adottare quando si è soli alla guida della cucina (o quasi) e si desidera un po’ di meritato riposo. Sono piccoli consigli che si possono seguire anche nel week end, o comunque quando si desidera una tavola bella ma destrutturata, quindi più facile sia da costruire che da smantellare. Coinvolgere la famiglia nel rito dell’apparecchiatura e sparecchiatura, se in casa non ci sono aiuti, è essenziale per sopravvivere. Impostate questa regola comunque e cercate di darvi pochi deroghe, altrimenti vi ritroverete a fare tutto da sole.
Tovagliette + tovaglioli
Utilizzare le tovagliette all’americana mi piace molto in vacanza. Al mare, a quelle sintetiche (o in materiali simili alla paglia) preferisco quelle di cotone, bianche oppure fantasia, purché lavabili in lavatrice e utilizzabili senza stiratura (quindi non di lino, ma magari in coste di cotone come quelle di Zara Home e di IKEA, che puoi lavare e stendere in modo da non doverle stirare). Ci abbino un tovagliolo di cotone semplice a cena e uno di carta (bello!) a pranzo.
Piatto unico salva tempo
Al di là del piacere personale che trovo nella consumazione dei piatti unici, questa soluzione evita di impiegare troppe stoviglie e quindi è perfetta in vacanza. Per dare un tocco più chic magari aggiungo un sottopiatto (mi piacciono quelli di Marioluca Giusti in plastica colorata) che poi può essere riposto senza dover essere lavato (nella maggior parte dei casi). Una sola forchetta e un coltello, per il piatto unico, sono perfetti.
Centrotavola, sì o no?
Non lo amo particolarmente e non va più poi così di moda (eccetto nei momenti ufficiali) ma è carino che sulla tavola estiva e vacanziera ci sia qualcosa di leggero e facile da fare, che ricordi comunque le vacanze. Io amo le candele, quindi scelgo un candelabro di vetro e ci sistemo delle candele azzurre, oppure verdi. Anche il giallo mi piace molto.
Un’altra soluzione che amo particolarmente in estate è il centrotavola fatto con della frutta fresca già lavata, che dopo il piatto unico diventa il cestino dal quale servirsi su un piattino da dessert.
La mia tavola estiva è semplice, elegante e veloce da preparare. Con tovagliette americane e sottopiatti, poche stoviglie ma ben scelte, per unire praticità e stile.
Bicchieri colorati
Per il vino, se lo servo, metto un calice in ogni caso, ma per l’acqua amo usare dei bicchieri mini – piccoli tumbler bassi, oppure bicchierini da thé in stile marocchino. Ti portano immediatamente in vacanza. A volte a pranzo servo comunque anche un thé verde, e in questo caso sono l’ideale.
Caraffe & bottiglie
Anche se riporla asciugata prende qualche minuto, non lo nego, la caraffa è dieci volte meglio della bottiglia in tavola, anche in vacanza. A meno che non siate così fortunate da poter sfoggiare acqua da collezione in vetro… Il vino invece è perfettamente a suo agio nella propria bottiglia, con un tovagliolo al collo per salvare le gocce eventuali se desiderate, o un piattino sul quale sistemare la bottiglia dopo ogni uso.
Quando servo il thé lo porto in tavola nella sua teiera, in ghisa o in ceramica.
Il carrello, si usa?
Me lo chiedono in molti e la mia risposta è indubbiamente sì – soprattutto se si riesce a posizionarlo in un punto dove non dia fastidio. È molto comodo per non ingombrare la tavola con quanto magari non serve subito, per evitare di fare avanti e indietro dalla cucina.
Cestini del pane e ménages
Ménages, non sono tanti quelli che sanno che cosa sono sulla tavola, ma l’anno scorso a Palermo il proprietario di un piccolo bistrot mi ha davvero stupito, utilizzando lui per primo questa bella parola. Si tratta del duo oliera – acetiera con porta sale e porta pepe.
Pane, olio, aceto, sale e pepe sono un complemento indispensabile per la tavola italiana. Per evitare che creino disordine, preferisco mettere pane & co. in un cestino con dentro un tovagliolo di stoffa e i ménages in un apposito contenitore. Probabilmente lo avrete in casa, anche se magari non lo usate, e se non ne avete uno potrebbe essere divertente comperarlo ad un mercatino dell’usato: la classica oliera e acetiera nel cestino in metallo con anche sale e pepe e – se è vecchia o antica lo avrà senz’altro – il doppio foro per riporre i tappi quando l’oliera e l’acetiera sono in uso. Il massimo del vintage sulla tavola, super utilizzato nei libri di cucina più belli che ho a casa. Il Parmigiano, sulla pasta, preferisco metterlo prima di servirla, ma se in famiglia avete gusti diversi va benissimo la formaggera con cucchiaino. Sceglietela non troppo grande così il Parmigiano sarà sempre fresco.
Il caffè, a tavola o no?
Sì al caffè servito a tavola, a pranzo. Io lo faccio con la moka e lo metto già nelle tazzine (anzi, devo dire che la maggior parte delle volte lo fa mio marito). Va benissimo comunque portarlo in tavola anche con una bella caffettiera. Se avete la macchinetta per l’espresso, il dubbio non si pone. A cena invece, per prolungare le chiacchiere, è bello servire il caffè altrove… in terrazza, in giardino, in salotto. Dove la vista è migliore e l’ambiente più fresco.
Chi sparecchia?
Se si è in famiglia, si sparecchia insieme. Se ci sono ospiti, sparecchia la padrona di casa, magari cercando di portare in cucina solo ciò che serve e poi finire in un momento di calma dopo che gli sopiti saranno andati via. Se vi chiedono di aiutare, rispondete con sincerità e siate pronti alle conseguenze (ho affrontato questo argomento con un post specifico l’anno scorso sul mio blog Lezioni Private ospitato da Vanity Fair).
Dopo cena, il relax
Per molti è un liquore, per alcuni un cioccolatino, per altri una pallina di gelato oppure un sigaro all’aperto, o una tisana… chiudere la cena con un gesto che coccoli il corpo e lo spirito è il modo migliore per sentirsi in vacanza, ovunque voi siate.